Coma, gas xeno e ipotermia per ridurre i danni al cervello
L'aggiunta del gas riduce i problemi neurologici.
Nei pazienti in coma a seguito di un arresto cardiaco, l'utilizzo del gas nobile xeno, in aggiunta all'ipotermia, si rivela efficace per ridurre i danni neurologici. Lo mostra uno studio pubblicato su Jama da un team di scienziati dell'Università di Turku, in Finlandia, guidato dal prof. Timo Laatio. I dati indicano che fra i sopravvissuti rimasti in coma dopo un arresto cardiaco extra-ospedaliero, il trattamento inalatorio con gas xeno associato all'ipotermia ha causato un minor numero di danni alla sostanza bianca cerebrale rispetto alla sola ipotermia. In termini di prognosi neurologica o di rischio di decesso a 6 mesi dall'evento, tuttavia, non si sono registrate differenze. «I sopravvissuti a un arresto cardiaco avvenuto fuori dall'ospedale hanno spesso una prognosi sfavorevole con alti tassi di mortalità ed elevate probabilità di gravi problemi neurologici dovuti all'anossia cerebrale prolungata», spiega il ricercatore.Alcuni studi condotti su modello animale avevano già evidenziato le proprietà neuroprotettive derivate dall'inalazione del gas nobile xeno.«Finora tuttavia, tali proprietà non sono state segnalate negli studi sull'uomo», puntualizzano i ricercatori. Per questo, il team finlandese ha randomizzato 110 pazienti in coma dopo un arresto cardiaco extra-ospedaliero a ricevere xeno inalato associato o meno all'induzione di ipotermia con temperatura corporea a 33 gradi per 24 ore.Su 97 pazienti, in media 53 ore dopo l'arresto cardiaco, è stata effettuata una risonanza magnetica cerebrale. Dai dati emerge che i pazienti trattati con xeno e ipotermia mostravano meno danni alla sostanza bianca rispetto al gruppo di controllo.Dopo 6 mesi, il 68 per cento dei soggetti era ancora in vita, ma non si notavano differenze significative fra i due gruppi in termini di esiti neurologici, cognitivi o di sopravvivenza.«I dati sono preliminari, e richiedono ulteriori approfondimenti con studi clinici di adeguata potenza», conclude
Laatio.
Andrea Piccoli
Fonte: Jama