FirmoLab, un laboratorio di ricerca per studiare le malattie rare osee
Le malattie rare dell’osso sono oltre 400, ma ancora oggi poco si sa della cosiddetta mineralizzazione , ovvero la deposizione di sali di calcio che vanno a irrigidire tessuti come le ossa e i denti. Quando insorge una patologia che non permette una corretta mineralizzazione, si hanno difetti come crescita ridotta, deformità, fratture, problemi odontoiatrici. La calcificazione dei tessuti molli e quindi un loro scorretto funzionamento provoca irrigidimenti nella deambulazione e nelle articolazioni, fortemente invalidanti. Grazie alla Fondazione Firmo ‘Raffaella Becagli’ che opererà con i suoi laboratori in una struttura pubblica, l’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze, esempio di sinergia fra pubblico e privato no profit, finalizzato alla scoperta di nuove terapie per le malattie da eccesso di mineralizzazione dello scheletro, Firenze è diventata l’epicentro della ricerca mirata sulla mineralizzazione ossea. A dieci anni dalla nascita della Firmo, si realizza il sogno della professoressaMaria Luisa Brandi, ordinario di endocrinologia e malattie del metabolismo presso l’Università di Firenze e presidente della Fondazione, che con il suo gruppo di ricerca indagherà nei laboratori FirmoLab i processi di mineralizzazione ossea fisiologici e patologici, per puntare l’attenzione sulle risposte cellulari a possibili trattamenti terapeutici.
“Abbiamo voluto concentrarci sull’eccesso di mineralizzazione, perché vorremmo finalmente arrivare a risultati concreti – spiega la professoressa Brandi – Oggi sappiamo molto di più rispetto a quando vidi i miei primi pazienti con questi tipo di problemi, oltre trent’anni fa. Sappiamo, per esempio, che sono circa trenta le proteine che regolano la mineralizzazione. I nostri ricercatori sono attrezzati per lavorare con biotecnologie avanzate e l’Istituto Farmaceutico Militare è la sede ideale con le sue strutture per produrre farmaci. Sono convinta che da questo connubio deriveranno novità importanti per i malati”. In FirmoLab si valuterà anche l’impiego di biomateriali per la riparazione dei tessuti molli mineralizzati, anche per l’uso nei casi in cui sia necessario riparare l’osso, dai grandi traumi agli interventi per malattie oncologiche. Il laboratorio FirmoLab opererà in continuo dialogo con l’università fiorentina, non farà sperimentazione sugli animali, ma solo in campo cellulare e molecolare, grazie alle strumentazioni più avanzate e all’avanguardia.
Lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, nato a Torino nella prima metà dell’Ottocento e trasferito a Firenze nel 1931, oltre a produrre medicinali in caso di emergenze sanitarie nazionali (nel 2009 ha realizzato 30 milioni di capsule di antivirale per fronteggiare la possibile pandemia di influenza A/H1N1), si occupa di ‘farmaci orfani’ per la cura di malattie rare, cioè i medicinali che le case farmaceutiche non producono, perché essendo destinati a un bacino di utenza troppo esiguo, hanno costi di produzione elevati a fronte di guadagni molto bassi. Nello stabilimento sono prodotti sei ‘farmaci orfani’ che attualmente curano o mantengono in vita ben duemila persone. Anche per questa ‘missione’ nei confronti dei più deboli l’Istituto è stato scelto da Fondazione FIRMO come partner nell’impresa, visto che la ricerca di terapie per malattie ossee rare, di cui non esiste una terapia, è il primo obiettivo di FirmoLab.