L'alcol è il più grande fattore di rischio per la demenza precoce
E' l'alcol il più grande fattore di rischio per il declino cognitivo legato all'età, in particolare per quello che colpisce prima dei 65 anni. Lo dimostra un ampio studio pubblicato sulla rivista Lancet Public Health che ha attribuito la maggioranza dei casi di demenza prematura al consumo eccessivo cronico di alcolici.
Lo studio osservazionale è stato condotto su oltre un milione di adulti con diagnosi di demenza in Francia e includeva persone a cui erano stati diagnosticati disturbi mentali e comportamentali o malattie croniche attribuibili all'uso di alcol. Dei 57.000 casi di demenza a esordio precoce (prima dei 65 anni) rilevati, il 57% era correlata al consumo eccessivo cronico di alcolici, inteso come 3 drink standard (3 bicchieri di vino, 3 lattine di birra o 3 bicchierini di superalcolico) al giorno per le donne e 4 per gli uomini. Alzare troppo il gomito può contribuire in molti modi ad accelerare la patologia: è infatti associato a tutta una serie di altri fattori che, a loro volta, favoriscono l'insorgenza della demenza, come l'ipertensione, il diabete, l'istruzione inferiore, il consumo di tabacco, la depressione e la perdita dell'udito. E' inoltre stata notata una significativa divisione di genere: mentre la maggioranza dei pazienti affetti da demenza erano donne, quasi i due terzi di tutti i pazienti affetti da demenza a esordio precoce (64,9%) erano uomini. "Come psichiatra geriatrico, vedo spesso gli effetti del disturbo da consumo di alcol sulla demenza quando purtroppo è troppo tardi per gli interventi di trattamento che potrebbero migliorare la situazione", commenta uno degli autori dello studio, Bruce Pollock, del Campbell Family Mental Health Research Institute, in Canada. "Lo screening e il trattamento dei disturbi legati all'uso di alcolici - conclude - dovrebbero iniziare molto prima nell'assistenza primaria".
Ma per i grandi vecchi un bicchierino al giorno allunga la vita
Bere alcolici con moderazione potrebbe avere effetti positivi sull'aspettativa di vita anche più significativi dell'esercizio fisico, almeno in soggetti molto anziani. Lo rivela uno studio su ultranovantenni reso noto in occasione della conferenza annuale della American Association for the Advancement of Science che si è chiusa ieri a Austin, Texas. La ricerca è stata presentata da Claudia Kawas Università della California ed è un lavoro svolto nell'ambito di un ampio progetto chiamato 'studio 90+' sugli ultranovantenni, che ha coinvolto finora oltre 1600 grandi vecchi. Questi partecipanti vengono visitati periodicamente (in media due volte l'anno) e devono anche compilare questionari sugli stili di vita. Kawas ha stimato che un bicchiere di vino al dì riduce il rischio di morte del 19%; la pratica quotidiana di 15-45- minuti di ginnastica sembra ridurre il rischio di morte dell'11%, quindi meno del consumo moderato di alcolici.
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