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“La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento di anima“. Henri Bergson
Nuovi metodi per evitare le iniezioni di insulina
La Niagara University e la Rani Therapeutics al lavoro
Basta alle iniezioni di insulina, in futuro basterà inghiottire una capsula: la difficoltà degli acidi presenti nello stomaco sembra superata. I diabetici sono costretti, per tutta la vita, ad assumere questo ormone per abbassare i livelli di glucosio nel sangue. Ad oggi l’unica via per somministrare l’insulina è la siringa utilizzata per iniezioni sotto pelle. Il fatto che non si possa assumere per via orale è principalmente dovuto al fatto che il passaggio delle capsule attraverso lo stomaco porta ad una “distruzione” dell’ormone per via dell’ambiente acido prima che possa fare effetto. Un team di ricercatori della start up Rani Therapeutics, finanziati fra gli altri da Google, ha messo a punto una pillola robot che si occupa di rilasciare in maniera controllata e graduale l'insulina nell'organismo del paziente.Lo strumento consiste in un polimero digeribile con sottili aghi cavi fatti di zucchero che rilascia il farmaco nell'intestino. La pillola, ideata dal fondatore della Rani Therapeutics Mir Imran, potrà essere usata innanzitutto dai malati di diabete, ma anche in altre situazioni in cui è necessaria una terapia continuativa a base di farmaci, come ad esempio succede per l'artrite reumatoide.Il responsabile Google del progetto, Blake Byers, spiega: “questo investimento non era esattamente nei nostri programmi, ma siamo aperti alle persone che possono cambiare il nostro modo di pensare". Soltanto negli Stati Uniti, ogni anno si spendono circa 100 miliardi di dollari in farmaci biologici iniettabili. L'idea di Imran può essere davvero rivoluzionaria dal punto di vista medico, ma anche a livello di marketing e di profitti.Negli studi preclinici effettuati, la pillola di Imran ha dimostrato di poter assorbire lo stesso quantitativo di medicinale che si ritrova nella classica iniezione. La pillola ha dato ottimi risultati sui maiali, ora affronterà un altro anno di test e dovrebbero comparire i risultati definitivi della sperimentazione.
Un gruppo di ricercatori della Niagara University sta cercando un’altra strada che sembra funzionare egregiamente. Sono riusciti ad aggirare il problema "avvolgendo" l'ormone dell'insulina in un composto molecolare battezzato Cholestosome. Si tratta di particelle lipidiche che, assemblate in sfere, costituiscono delle particelle che si sono rivelate resistenti agli acidi presenti nello stomaco. I farmaci vengono caricati all'interno e i minuscoli pacchetti possono passare attraverso lo stomaco senza essere degradati. Le vescicole passano attraverso l'intestino nel flusso sanguigno, qui le cellule le prendono e le rompono, rilasciando l'insulina.I ricercatori della Niagara University hanno condiviso i risultati dei loro test in vivo al 252esimo meeting nazionale dell'American Chemical Society (Acs), a Philadelphia. "Abbiamo sviluppato una nuova tecnologia chiamata Cholestosome - spiega Mary McCourt, fra i coordinatori del gruppo di ricerca - che è una particella neutra a base lipidica in grado di fare alcune cose molto interessanti". Le nuove vescicole sono fatte di molecole lipidiche naturali, normali mattoncini di grasso, ma i ricercatori spiegano che sono diversi da altri 'trasportatori' di farmaci a base di lipidi, chiamati liposomi Quando i Cholestosome raggiungono l'intestino, il corpo li riconosce come qualcosa che deve essere assorbita. Le vescicole passano attraverso l'intestino nel flusso sanguigno, rilasciando l'insulina.Gli scienziati sono riusciti a portare a destinazione più molecole con queste vescicole nelle cellule in laboratorio.Per 'imballare' più insulina possibile nei Cholestosome, hanno determinato il Ph ottimale e la forza ionica della soluzione contenente il farmaco.
Prossimo passo sarà ora la sperimentazione su un più ampio numero di animali per poi arrivare alla sperimentazione nell’uomo.
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