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Lazio. Da integrazione Comuni-Asl a nuovo sistema informativo. Via libera a Riforma Politiche social


Via libera dal Consiglio regionale ad una legge attesa da 16 anni. Strumento privilegiato della programmazione sarà il Piano sociale regionale. Nascerà inoltre il Sistema informativo dei servizi sociali della Regione (Siss). Comuni associati e Asl saranno obbligati ad adottare una specifica convenzione per l'integrazione socio-sanitaria. Finanziamento da 150 mln. Zingaretti: "Una riforma storica".

Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Daniele Leodori, ha approvato la proposta di legge n. 88 del 2013 che riforma i servizi sociali, finora regolati da una norma del 1996. Al termine di due giorni consecutivi di lavori d'Aula, hanno votato a favore del provvedimento 28 consiglieri. Sette i contrari, sei gli astenuti. “Obiettivo della riforma – si legge in una nota - è definire un modello di welfare regionale più aperto alla partecipazione dei soggetti pubblici e privati che operano nel sociale; più efficiente ed efficace sotto il profilo della programmazione, dell'organizzazione e della gestione dei servizi; più attento ai bisogni delle persone più deboli e fragili sia dal punto di vista sociale che sanitario. Il Lazio potrà così contare su un welfare "plurale", con un sistema allargato di governo basato sulla gestione dei servizi da parte dei comuni in forma associata. Terzo settore, associazionismo, cooperazione e impresa sociale saranno chiamati ad una partecipazione sistematica alla definizione degli interventi per promuovere la progettualità e l'innovazione sociale”.

Le novità. Strumento privilegiato della programmazione delle politiche sociali sul territorio del Lazio sarà il Piano sociale regionale. Nascerà inoltre il Sistema informativo dei servizi sociali della Regione (Siss). Prevista, poi, una serie di strumenti per garantire la qualità degli interventi e dei servizi. La nuova legge viene finanziata, per l'anno in corso, attingendo ai capitoli di spesa già iscritti nelle disponibilità del 2016 dell'assessorato alle Politiche sociali, per circa 150 milioni di euro, di cui 80 derivanti da assegnazioni statali, 25 da risorse comunitarie. Il testo, di iniziativa di Giunta e composto inizialmente da 71 articoli, si ispira ai principi della legge quadro nazionale 328/2000. Circa 170 (sui 764 inizialmente depositati) gli emendamenti approvati nel corso dell'esame della proposta. Due, invece, gli articoli aggiuntivi che hanno ricevuto il via libera dell'Aula. L'articolo 6 bis, proposto da Forza Italia, riconosce una serie di diritti degli utenti: una compiuta informazione sulla disponibilità delle prestazioni socioassistenziali e sulle modalità di erogazione; la riservatezza e il segreto professionale degli operatori; la partecipazione alla scelta delle prestazioni. L'articolo 9 bis, presentato del Movimento 5 stelle, disciplina le politiche in favore di bambini e adolescenti per la prevenzione e il trattamento del disagio psicopatologico. L'ultimo articolo ad essere esaminato, dopo essere stato accantonato, ha riguardato l'integrazione e l'inclusione sociale delle persone immigrate, inclusi Rom, Sinti e Camminanti. Una misura aspramente contestata dall'opposizione di centrodestra, che a più riprese aveva invece tentato di introdurre dei meccanismi premianti a vantaggio di residenti comunitari, specie nel caso di scarsità di risorse disponibili. “Il Lazio era una delle pochissime Regioni italiane a non aver mai recepito la legge 328 del 2000 sui servizi sociali. Ora questa legge è stata approvata dal nostro Consiglio regionale, e così da oggi il Lazio è una regione più giusta. Si tratta di una riforma storica, che rimette al centro il tema dei diritti e dell’universalità del welfare, un valore non negoziabile”. Dichiara in una nota il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “Con questa legge – sottolinea - riorganizziamo l’intera rete dei servizi sociali regionali rendendoli più efficienti ed efficaci sotto il profilo della gestione, della programmazione e della spesa, con una maggiore attenzione ai bisogni delle persone più deboli sia dal punto di vista sociale che sanitario. Il sistema regionale del welfare riformato garantirà infatti un raccordo più forte fra gli interventi sociali e quelli sanitari a livello di programmazione, organizzazione, erogazione e finanziamento. Finora si era avuto un sostanziale scollamento tra sistema sociale e sanitario, con una cattiva qualità degli interventi e un conseguente spreco di risorse. Questa riforma porterà a una pianificazione strutturata, ragionata e partecipata delle scelte di politica sociale”. “Tre anni fa – conclude -, nei primi cento giorni di questa Giunta, abbiamo avviato un enorme percorso di ascolto e di scrittura partecipata di questa riforma, coinvolgendo tantissimi sindaci, amministratori, dirigenti e funzionari del servizio sociale territoriale, tutte le associazioni di categoria degli operatori, i sindacati, le associazioni, la cooperazione, i cittadini. Ne è nata una proposta affidata dalla Giunta al Consiglio ed implementata in VII Commissione, dopo un grande numero di audizioni e di sedute, in un clima di collaborazione, per il quale desidero ringraziare i consiglieri regionali, e si è arrivati all’approvazione condivisa di molti importanti emendamenti migliorativi del testo di partenza. E’ grazie a questa partecipazione così ampia, sia della società civile, sia dei diversi schieramenti presenti in Consiglio, che questa è la riforma attesa e richiesta da tanti”. “L’approvazione di questa legge sul welfare è una tappa fondamentale per i cittadini del Lazio attesa da ben sedici anni. Il tratto più innovativo è la centralità della persona e della sua dimensione vitale e affettiva. Sono molto soddisfatta anche per l’accoglimento del mio emendamento sul caregiver. La Regione potrà finalmente sostenere tutte quelle persone (una su quattro secondo l’ISTAT) che si prendono cura volontariamente e gratuitamente di una persona cara non autosufficiente.” Così Teresa Petrangolini,Consigliere regionale del Lazio, componente della Commissione Politiche sociali e salute del gruppo PD. “Aumenterà, quindi, la tutela dei diritti in campo sociale e sanitario - continua Petrangolini - migliorerà la qualità dei servizi erogati, anche grazie all’istituzione dell’Ufficio di tutela e garanzia dei diritti degli utenti, che, come una specie di “difensore civico sociale”, si occuperà delle segnalazioni e dei reclami da parte degli utenti e delle loro associazioni rappresentative. Ci saranno più spazi di partecipazione e per la prima volta nella storia di questa Regione, dopo il Piano sociale del 1999, ci sarà una disciplina regionale di attuazione della legge nazionale sull’assistenza sociale”. “Siamo partiti dall’individuare e favorire tutto ciò che è nato dall’esperienza concreta, riconoscendo i nuovi bisogni e prendendo spunto dalle buone pratiche che nascono in seno alla società, ad esempio la pratica collaborativa, che permette di dirimere le controversie tra coniugi in maniera non conflittuale, l’agricoltura sociale e il cohousing che consentono all’individuo solo, o alle famiglie in difficoltà, di fare di nuovo comunità”. Abbiamo, dunque, posto attenzione al modo in cui la nostra società è cambiata e si sta evolvendo: centralità della famiglia e sostegno ad una paternità e ad una maternità libere e responsabili, certo, ma anche apertura a nuove e diverse forme di “famiglie”; non porsi più il problema dello status burocratico della persona, quando è una donna incinta o un minore privo di tutela o una persona in situazione tale da esigere un intervento non differibile. Chi è in difficoltà va aiutato, a prescindere dalla sua carta d’identità”. “Dopo una discussione di quasi tre anni con le opposizioni in Commissione, aperta e condivisa con i cittadini e le associazioni del terzo settore - conclude Petrangolini - il Lazio con questa legge potrà contare su un welfare plurale e un sistema di governo basato sulla gestione dei servizi da parte dei comuni in forma associata. Associazionismo, terzo settore, cooperazione ed impresa sociale saranno chiamati ad una partecipazione sistematica alla programmazione degli interventi”.

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