Arriva farmaco intelligente contro il tumore al polmone
Una “bomba intelligente”, un nuovo farmaco a bersaglio molecolare, sbarra la strada al cancro del polmone che colpisce i non fumatori. È quanto emerge da uno studio presentato al 52esimo congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco), in corso a Chicago.
Per i tumori dei non fumatori, che rappresentano circa il 10 per cento dei tumori ai polmoni, lo studio J-Alex ha dimostrato che alectinib, farmaco a bersaglio molecolare è in grado di ridurre del 66% il rischio di peggioramento della malattia rispetto alla terapia standard già utilizzata. “Se finora con i farmaci a disposizione dopo circa 10 mesi non osservavamo più risultati, con il nuovo farmaco – commenta Marina Garassino, Responsabile Oncologia Toraco Polmonare del Dipartimento Medicina Oncologica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – dopo quasi due anni 1 paziente su 2 sta bene, la malattia non progredisce e non si verifica nessun effetto collaterale”.
Il farmaco ha già ricevuto l’approvazione accelerata dalla Food and Drug Administration (Fda) lo scorso dicembre per il trattamento di pazienti che abbiano avuto una progressione della malattia con la terapia standard a base di crizotinib o siano intolleranti a questo farmaco. Con l’obiettivo di ottenere la piena approvazione come trattamento di prima linea, è attualmente in corso lo studio Alex.
“In Italia si stimano 41.000 nuovi casi all’anno di tumore al polmone e di questi, in circa il 6%, è presente un’alterazione denominata ALK, – continua l’esperta – . Questa alterazione genetica conferisce una particolare sensibilità delle cellule tumorali agli ALK inibitori, di cui crizotinib è stato il pioniere e rappresenta attualmente il trattamento standard per questi pazienti. I dati ci dicono che alectinib è molto superiore a crizotinib nel controllo della malattia e con una tollerabilità nettamente superiore. Ciò significa che alectinib sarà importante perché permetterà ai pazienti di cronicizzare la malattia solo con una pastiglia al giorno, per via orale e salvaguardare, quanto è possibile, la loro qualità di vita. Attualmente, i risultati riguardano la popolazione asiatica, ma speriamo si confermino anche nella popolazione occidentale”.
“Questo è il primo studio che dimostra come alectinib aiuti i pazienti a vivere più a lungo, ritardando la progressione della malattia, rispetto a crizotinib”, ha spiegato Sandra Horning, MD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche. “Crediamo che questi risultati, in termini di efficacia e sicurezza, rappresentino un significativo passo avanti per i pazienti con cancro del polmone ALK-positivo; naturalmente sottoporremo questi dati alla Food and Drug Administration americana e ad altre autorità regolatorie”.