«Stelo femorale corto» la protesi rivoluzionaria
Si applica all’osso come se fosse uno stop
La protesi del futuro resiste a flessioni, torsioni e dura per almeno 30 anni. Ha maggiore aderenza delle sue «colleghe» e un’elevata stabilità unita a una ridotta invasività. L’ha messa a punto il Prof. Paolo Palombi e rivoluziona il mondo della chirurgia ortopedica. Perché migliora la stabilità rendendo la vita del dispositivo teoricamente eterna. È frutto del lampo di genio di un professionista specializzato in ortopedia, fisioterapia e medicina dello sport, che opera a Villa Mafalda Casa di Cura privata a Roma. Il suo obiettivo? Migliorare la solidità di quel dispositivo posto proprio nella zona anatomica che unisce il tronco agli arti inferiori.
INVENZIONE - Nessuna protesi funziona più dello stelo femorale corto a presa dorsale inventato dal Prof. Paolo Palombi. Onore al merito al medico che, con questo suo brevetto, ha modificato la forma di tutte le protesi moderne. Vanto italiano, il concetto alla base della scoperta è semplice: avete presente uno stop? Bene: «Questa protesi si "aggrappa" alle pareti dell’osso. Ha una tenuta maggiore delle altre. E consente di essere impiantata anche nei soggetti più giovani. Fino ad oggi era un’ipotesi impensabile. Le sue ridotte dimensioni permettono una sostituzione (dovuta all’usura) più facile. Io l’ho proprio scavata per creare un vuoto, ma senza diminuirne la resistenza», spiega il prof. Palombi.
TRE OBIETTIVI - Risultato? «Togliendo della massa metallica nella parte dorsale dello stelo femorale ho ottenuto tre risultati: 1) risparmio di osso (femore) del paziente; 2) una più vasta superficie di contatto tra osso e metallo, importante per l’accrescimento osseo attorno alla protesi, a creare un corpo unico; 3) maggiore resistenza agli sforzi torsionali». Nessuno ci ha pensato prima di Palombi e l’idea, semplice ma efficace, è il settimo lampo di genio del professore, autore di altri 6 brevetti industriali internazionali su protesi anatomiche per applicazioni di chirurgia ortopedica. Ci ha lavorato 2 anni. Per impiantarla basta un’ora di operazione e il giorno dopo il paziente è già in piedi. «Lo stelo femorale corto a presa dorsale è ancora nella fase di protocollo di prova in varie capitali d’Europa, io la utilizzo a Villa Mafalda ma bisognerà attendere altri 4-5 mesi prima che vada "a regime" in altre strutture», conclude il professore.
Roberta Maresci