Lila, grave che nascano bimbi con Hiv, disattese linee guida
Roma - "E' gravissimo che nel 2016 in Italia una donna in gravidanza non venga sottoposta al test Hiv e che questo abbia comportato la trasmissione del virus al figlio. Questo significa che le Linee guida sulla gravidanza sono state disattese".
Cosi' il presidente della Lega Italiana per la Lotta contro L'Aids (LILA) Massimo Oldrini, interviene sul caso di cronaca di Valentino, trentenne romano in carcere per aver trasmesso il virus a molte donne una delle quali putroppo lo avrebbe trasmesso a suo figlio durante la nascita. "Le linee guida sulla gravidanza parlano chiaro - spiega Oldrini - c'e' scritto che a tutte le donne in gravidanza bisogna fare due test Hiv, uno nel primo trimestre e uno nell'ultimo trimestre della gestazione".
"Questi test permettono di escludere l'infezione da Hiv nella madre oppure di assicurarle le terapie che impediscono la trasmissione materno infantile del virus". "Nel caso della partner di Valentino e' evidente che nessuno dei due test e' stato somministrato alla donna e oggi il bambino ne paga le conseguenze". "Siamo venuti a conoscenza di questa storia a seguito della pubblicizzazione di un episodio di cronaca - continua Oldrini - ma ci chiediamo quanti casi analoghi avvengono senza che se ne parli.
Secondo i dati del bollettino del sistema di sorveglianza Hiv/Aids dell'Istituto Superiore di Sanita' i casi di Hiv pediatrico a causa della trasmissione materno infantile sono addirittura in aumento: "nove casi registrati nel 2013-14 rispetto ai quattro del 2007-08". "Questo ci conferma che nel nostro paese non c'e' sufficiente attenzione nei confronti dell'Hiv - conclude Oldrini - e chiediamo alla ministra Beatrice Lorenzin, che si e' tanto spesa sul tema della maternita', che garantisca il rispetto delle linee guida sulla gravidanza per quanto riguarda il test Hiv".