Aloe vera, una risorsa da usare con attenzione
L'aloe vera è spesso sinonimo di benessere, ma non sempre è così. Il suo vero nome è Aloe Barbadensis. Viene usato il termine “vera” per distinguerla dalla pianta di Agave, molto simile, che nasce nelle stesse aree geografiche. Ha proprietà cicatrizzanti, ma è anche detossificante, ha un'azione immunomodulante e antinfiammatoria.
La foglia di aloe è composta da tre strati differenti: il primo, l'epidermide, viene di solito eliminato; il secondo è uno strato intermedio lattiginoso e dal colore giallognolo, amaro per la presenza di molecole dall'azione lassativa; infine, il terzo è un gel trasparente al centro della foglia che racchiude le principali proprietà della pianta. L'estratto di aloe viene ricavato da piante con più di 3-5 anni di età. Dopo aver raschiato le foglie, la polpa che rimane viene consumata sotto forma di succo. Il succo può essere conservato in frigorifero per 2-4 settimane.
Al suo interno c'è un vasto campionario di vitamine - A, B, C, E -, di acido folico e minerali come lo zinco, il potassio, il magnesio, il rame, lo zinco e il ferro. A determinare l'azione antinfiammatoria sono però i polisaccaridi dell'aloe, i quali provocano un deciso aumento dell'attività fagocitaria e proliferativa del sistema reticoloendoteliale. L'aloe vera inibisce direttamente la via della cicloossigenasi e riduce la produzione di prostaglandine E2, che svolgono un ruolo importante nell'infiammazione. Dal punto di vista chimico, tre grandi classi di componenti sono presenti nell'aloe vera: gli zuccheri complessi, soprattutto l'acemannano, nel gel trasparente interno; gli antrachinoni nella parte verde coriacea della foglia e molte altre sostanze fra cui vitamine, aminoacidi, sali minerali, fosfolipidi e acidi organici. Vanno ricordati anche i possibili effetti negativi associati all'uso della pianta. La presenza degli antrachinoni è associata a una forte azione lassativa, che può essere però anche irritante. Gli antrachinoni possono causare delle vere e proprie ulcere a livello intestinale. Per questo motivo, quando si decide l'assunzione dell'aloe vera per favorire il transito intestinale bisogna essere certi di aver diluito in maniera appropriata l'estratto, che di conseguenza non va mai assunto in forma pura.
L'effetto si manifesta nel giro di 6-8 ore, durante le quali non vanno assunti nella maniera più assoluta altri lassativi o una seconda dose di aloe. La pianta e i suoi estratti sono altamente sconsigliati in gravidanza e durante l'allattamento. Al di là del potenziale effetto abortivo della sostanza, va ricordato il suo sapore amaro che può essere trasferito al latte con cui si alimenta il neonato.
Da evitare anche l'uso durante il ciclo mestruale, perché può aumentare il flusso sanguigno. Anche i bambini dovrebbero evitarne l'assunzione, così come i soggetti affetti da varici, emorroidi, problemi renali, patologie infiammatorie a carico dell'intestino. In ogni caso, il succo di aloe non va assunto insieme a farmaci diuretici tiazidici, ai cortisonici, ai glicosidi cardioattivi e alla liquirizia. Tutte sostanze che possono accentuare la perdita di potassio e creare una condizione di ipokaliemia. In soggetti predisposti, inoltre, sono stati registrati casi di dermatiti e allergie.