Psoriasi, arriva il farmaco che argina le lesioni sulla pelle
Annunciato da mesi, è stato presentato ieri a Milano. Il secukinumab è il primo anticorpo monoclonale che neutralizza la proteina responsabile dei segni cutanei.
La psoriasi è una malattia alquanto complessa, più di quanto non si percepisca: lelesioni della cute possono esporre il paziente allo sguardo altrui, provocando stress, imbarazzo e difficoltà, ma l’infiammazione cronica ha delle conseguenze sistemiche importanti.
È, infatti, una malattia cronica e debilitante, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) riconosce come malattia non trasmissibile grave. Per questo, essa non va trascurata. Un farmaco, la cui efficacia nel raggiungimento e mantenimento di una cute esente da lesioni era stata annunciata alcuni mesi fa, è ora in arrivo anche nel nostro paese.
Presentato ieri a Milano, si tratta del primo anticorpo monoclonale approvato nel trattamento di prima linea della psoriasi a placche da moderata a severa, forme che colpiscono circa un terzo dei pazienti. «Il secukinumab è un anticorpo monoclonale che, neutralizzando una proteina che si trova in concentrazioni elevate nella cute affetta da psoriasi, l’interleuchina-17A, interrompe il ciclo infiammatorio» ha spiegato Giampiero Girolomoni, Presidente SIDeMaST Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie Sessualmente Trasmesse e Professore ordinario di dermatologia dell’Università di Verona. «Grazie all’introduzione in Italia del secukinumab, possiamo ora raggiungere l’importante obiettivo della Clear Skin per offrire ai pazienti una migliore qualità di vita».
CLEAR SKIN: UNA CUTE PULITA DA LESIONI
Il punteggio «Psoriasis Area and Severity Index» (PASI) è un indice utilizzato per valutare gli esiti negli studi clinici sulla psoriasi e misura il rossore, la desquamazione e lo spessore delle placche psoriasiche, e la misura in cui questi sintomi interessano ciascuna area del corpo. Oggi una risposta PASI 90 è considerato l’obiettivo finale del trattamento. «Gli studi mostrano che il nuovo farmaco biotecnologico è molto ben tollerato e la sua efficacia è maggiore di quella di altri farmaci sistemici in uso: il 44,3% degli 8 mila pazienti coinvolti fin qui negli studi e nella pratica clinica è arrivato alla completa guarigione (indice PASI 100), il 50% ha raggiunto una cute quasi del tutto esente da lesioni (PASI 75) in 4 settimane e il 63,8% ha mantenuto la risposta a 3 anni».
Il farmaco verrà venduto in apposite siringhe monouso preriempite per l’autosomministrazione sottocute. L’efficacia del farmaco, ha affermato Gaia Panina, Head of Immunology & Dermatology Franchise di Novartis, «è testimoniata, inoltre, dalla sua recente approvazione in Europa e negli Stati Uniti anche per il trattamento dell’artrite psoriasica e della spondilite anchilosante.
CI SONO ALMENO UN MILIONE E MEZZO DI PAZIENTI
In Italia, si stima siano affette da psoriasi circa 1,5 milioni di persone con una prevalenza pari al 2,8% della popolazione. Nel mondo, sono 25 milioni a soffrirne, oltre un terzo dei quali in forma non lieve, cioè con un interessamento di oltre il 10% della superficie del corporea. La patologia colpisce inoltre donne e uomini senza particolari distinzioni e può comparire a qualsiasi età, tuttavia la prevalenza della psoriasi aumenta con l’avanzare dell’età. La malattia presenta un picco bimodale di insorgenza: il primo è compreso tra i 16 e i 22 anni, il secondo tra i 57 e i 60 anni.
LA MALATTIA NON RIGUARDA SOLTANTO LA PELLE
Pelle arrossata, desquamazione, prurito e dolore sono in sintomi che interessano la cute. Ma questa malattia non è solo un problema estetico: lo stato di infiammazione permanente ha delle conseguenze sull’intero organismo, tanto che la psoriasi è associata a vari disturbi, come malattie cardiovascolari, metaboliche, infiammatorie croniche, steatosi epatica, spondilite anchilosante e artrite psoriasica che colpisce fino al 30% dei pazienti.
A queste numerose comorbidità, si aggiungono le conseguenze emotive, sociali ed economiche della malattia che colpisce tutti gli aspetti della vita del paziente, che si trova «spesso solo ed infelice» afferma Mara Maccarone, Presidente dell’Associazione per la Difesa degli Psoriasici (A.DI.PSO.). «Secondo un’indagine da noi condotta, un malato di psoriasi su cinque non sa a chi rivolgersi, uno su quattro tenta di curarsi da solo, solo il 16% dei medici di famiglia prescrive una visita dermatologica e solo nel 15% dei casi il medico di famiglia indirizza i pazienti ai centri specializzati». I pazienti possono provare stress, rabbia, frustrazione, sensazione di imbarazzo e malessere fisico. E comunque, aggiunge la Maccarone, «la psoriasi è una malattia con percentuali sottostimate, poiché coinvolge una fascia della popolazione molto più ampia, probabilmente non dichiarata o non ancora diagnosticata».
PSOLIFE: PROGETTO MULTICANALE PER MEDICI E PAZIENTI
La psoriasi è una malattia persistente e progressiva: i pazienti che ricevono una diagnosi di psoriasi hanno bisogno di una cura per tutta la vita, che in termini economici equivale a una spesa costante. Oltre ai costi sanitari diretti vanno considerati anche i costi indiretti, che derivano dalla perdita di produttività del paziente soprattutto per motivi legati alle proprie condizioni psicologiche negative. Proprio per favorire l’aderenza terapeutica e la comunicazione tra medico e paziente, è nato PSOLife, un progetto multi-canale per guidare il paziente nella valutazione dell’impatto della psoriasi sulla propria qualità di vita e per fornire anche degli strumenti a supporto del dermatologo. I servizi di PSOLife sono un sito web di monitoraggio per il clinico collegato alla APP del paziente, un servizio di supporto al paziente anche a domicilio, una linea telefonica dedicata e una community per i dermatologi PSOLife.
NICLA PANCIERA