La depressione negli anziani è sinonimo di demenza
Nesso fra le due patologie evidenziato da una nuova ricerca.
Depressione e demenza sono due facce della stessa medaglia, almeno a una certa età. Lo sostiene uno studio pubblicato su The Lancet Psychiatry da un team dell'Erasmus University Medical Center di Rotterdam.
All'analisi hanno preso parte 3.325 adulti di 55 anni e oltre con i sintomi della depressione ma senza segni di demenza all'inizio del follow up. I dati sono relativi al Rotterdam Study, un vasto trial prospettico che ha consentito ai ricercatori di verificare i sintomi depressivi per oltre 11 anni e il rischio di demenza per il decennio successivo. Gli scienziati olandesi si sono serviti della scala CES-D (Center for Epidemiology Depression Scale) e di quella HADS-D (Hospital Anxiety and Depression Scale). Grazie alle due classificazioni, hanno così identificato cinque sottogruppi di sintomi depressivi: lievi, inizialmente intensi in successiva riduzione; inizialmente intensi, poi in aumento e infine in riduzione; inizialmente lievi in progressivo aumento; costantemente intensi.«Dei 3.325 partecipanti, 434 hanno sviluppato demenza, tra cui 348 casi di malattia di Alzheimer», spiega il coautore Arfan Ikram. Il gruppo con i maggiori rischi di demenza era quello con sintomi inizialmente lievi in aumento progressivo.
L'aumento dei sintomi depressivi in età avanzata può rappresentare una forma di demenza in fase iniziale. «Inoltre questi risultati suggeriscono, in accordo con studi precedenti, che la demenza e alcune forme di depressione potrebbero essere l'espressione clinica di una causa comune», conclude Ikram.Commentando la ricerca, Simone Reppermund, che lavora presso il Centre for Healthy Brain Ageing della University of New South Wales di Sydney, spiega: «Diversi fattori possono contribuire allo sviluppo di depressione e demenza, e questo studio fornisce una risposta a chi si chiede se la presenza di depressione possa modificare il rischio di demenza: ebbene, la depressione, specie quella con sintomi in costante aumento, sembra incrementare il rischio di demenza con meccanismi ancora da chiarire».Altre due ricerche, una americana, l'altra anglo-norvegese, sembrano confermare il nesso. Secondo i medici statunitensi dell'Università del Massachusetts, subire gli effetti della depressione favorisce l'insorgere di forme di demenza senile. La ricerca, pubblicata su Neurology, svela i meccanismi che collegano le due patologie. L'autrice, Jane Saczynski, spiega: «L'infiammazione del tessuto cerebrale che si verifica quando una persona è depressa potrebbe contribuire alla demenza».
La ragione è che alcune proteine all'interno del cervello cominciano ad accumularsi anche a causa della depressione di cui soffre l'individuo. Verificando le proprie intuizioni su un campione di oltre 2000 persone, i ricercatori hanno svelato il nesso esistente fra le due patologie, le cui diagnosi non di rado vengono confuse. Sta di fatto che i soggetti con episodi di depressione alle spalle mostravano una probabilità doppia di sviluppare in tarda età anche la demenza.La seconda ricerca sostiene invece che il mal di vivere possa costituire una vera e propria causa di morte, seppure indiretta. È la sintesi di una ricerca effettuata dall'Università di Bergen, in Norvegia, in collaborazione con medici dell'Institute of Psychiatry del King's College di Londra. Lo studio è stato pubblicato sul prestigioso British Journal of Psychiatry, si è protratto per circa quattro anni e ha coinvolto oltre 60mila persone.Dalla ricerca è emerso che per le persone depresse il rischio di mortalità aumenta in maniera proporzionale ai fumatori. I medici si sono trovati di fronte a un risultato inaspettato, anche perché mentre il fumo come fattore di rischio per l'insorgenza di tumori è un fatto accertato, al contrario non si conoscono ancora le ragioni che fanno della depressione un pericolo per la nostra incolumità fisica oltre che un disagio psicologico. Una possibile e generica spiegazione è l'abbassamento delle difese immunitarie provocato dallo stato depressivo dell'individuo, ma in ogni caso, come afferma il dott. Robert Stewart del King's College, «questa connessione tra depressione e mortalità esiste e merita attenzione».
Un altro aspetto interessante della ricerca riguarda il fatto che il rischio di mortalità sale, ma in maniera minore, nelle persone che oltre alla depressione presentano un alto livello di ansia. Il dott. Stewart fornisce questa spiegazione: «Sembra che ci troviamo di fronte a due gruppi di rischio con dinamiche differenti. È possibile che ciò sia dovuto al diverso metodo di richiesta di aiuto da parte dei pazienti. Mentre quelli depressi difficilmente si interrogano sui possibili sintomi fisici, che ritengono causati dalla depressione, le persone depresse ma anche ansiose chiedono aiuto alla ricerca di sicurezza».Il bisogno di essere rassicurati spinge questi soggetti a cercare spesso il conforto di un medico, oltre che di amici e parenti, il che consente una verifica delle condizioni fisiche della persona ansiosa e quindi in molti casi il trattamento e la cura delle patologie presenti.I ricercatori auspicano per il futuro un livello di attenzione più alto a questa connessione fra depressione e mortalità per poter approcciare il problema con terapie nuove e alternative.
Fonte: The Lancet Psychiatry