Studio Usa. Un eccesso di folati e vitamina B12 in gravidanza aumenta il rischio di autismo
L’assunzione di folati è indicata in gravidanza per prevenire la comparsa di disturbi dello sviluppo nervoso ed è fondamentale continuare a raccomandare questa pratica. Ma adesso uno studio americano della Johns Hopkins dimostra che un eccesso di folati raddoppia il rischio di comparsa di disturbi dello spettro autistico e che se l’eccesso riguarda contemporaneamente anche la vitamina B12, il rischio aumenta di 17 volte.
Assumere folati in gravidanza è una prassi ormai consolidata per la prevenzione dei disturbi del tubo neurale nel bambino. Una ricerca della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, presentata a Baltimora all’International Meeting for Autism Research suggerisce però che non bisogna esagerare con la supplementazione: pena il rischio che il nascituro sviluppi disturbi dello spettro autistico. Secondo i ricercatori americani, nelle madri che presentano livelli di folatemia superiori di quattro volte la norma, il rischio di disturbi autistici nel figlio risulta più che raddoppiato. E anche un eccesso di vitamina B12 sembra conferire il triplo del rischio di manifestare questi disturbi. Ma il vero problema è per i figli di madri che abbiano assunto dosaggi esagerati sia di folati che di vitamina B12 in gravidanza. In questo caso il rischio che il bambino sviluppi disturbi dello spettro autistico aumenta di ben 17,4 volte. I folati si trovano in natura nella frutta e nella verdura; la loro versione sintetica, l’acido folico, è spesso utilizzata nei supplementi vitaminici o contenuta in una serie di alimenti fortificati.
“Un’adeguata supplementazione di folati in gravidanza è protettiva – afferma M. Daniele Fallin, direttore del Wendy Klag Center for Autism and Developmental Disabilities della Bloomberg School – ed è noto da tempo che una donna che presenti deficit di folati in gravidanza mette a rischio lo sviluppo nervoso del figlio. La nostra ricerca dimostra però che anche cadere nell’eccesso opposto, cioè assumerne quantità esagerate, può provocare dei danni. Il messaggio è dunque quello di assumere una quantità adeguata di questo importante nutriente”. I folati sono molto importanti per la crescita cellulare e per lo sviluppo nervoso; un deficit nei primi stadi di gravidanza è stato correlato a difetti congeniti e ad un aumentato rischio di difetti dello spettro autistico; ciononostante non sono rare le donne che non assumono una quantità sufficienti di folati o non li assorbono in maniera adeguata, configurando in entrambi i casi degli stati carenziali. Secondo dati dei CDC, una donna americana su quattro in età riproduttiva presenta deficit di folati e quel che è più grave, la folatemia non viene monitorata di routine in gravidanza. Per quanto riguarda i disturbi dello spettro autistico si stima che interessino un bambino su 68 negli Stati Uniti, i maschi cinque volte più delle femmine. Le cause di queste condizioni sono ancora in gran parte sconosciute, ma si suppone che possano essere attribuibile ad un mix di fattori genetico-ambientali. Lo studio presentato a Baltimora ha coinvolto 1.391 coppie madre-figlio della Boston Birth Cohort, una popolazione prevalentemente a basso reddito. Le madri sono state reclutate al momento del parto tra il 1998 e il 2013 e seguite per diversi anni, dopo aver controllato la folatemia materna entro i primi 1-3 giorni dal parto. Ne è emerso che una donna su 10 presentava dei livelli di folatemia in eccesso (superiori a 59 nanomoli/litro) e il 6% di loro presentava anche un eccesso di vitamina B12 (oltre 600 picomoli/litro). Il WHO considerata ‘adeguata’ una folatemia compresa tra 13,5 e 45,3 nanomoli/litro nel primo trimestre di gravidanza; non esistono soglie certe invece per la vitamina B12. La maggior parte delle donne ha dichiarato di aver assunto supplementi multivitaminici in gravidanza, comprendenti acido folico e vitamina B12. Non è chiaro però come mai alcune di queste donne presentassero livelli ematici così elevati di queste vitamine. Il sospetto è che oltre ad un eccesso di supplementi vitaminici, una quota importante di queste vitamine possa derivare anche da un consumo elevato di cibi fortificati con acido folico. Un’altra ipotesi è che alcune donne siano geneticamente predisposte ad assorbire maggiori quantità di folati o a metabolizzarli più lentamente. Sono necessarie ulteriori ricerche, ammettono gli autori, per determinare con precisione quanto acido folico dovrebbe essere assunto da una donna in gravidanza per avere le migliori chance di centrare l’obiettivo di una folatemia ottimale, naturalmente a tutto vantaggio della salute del bambino. Purtroppo si tende spesso ad esagerare con l’assunzione dei supplementi vitaminici e ad abusarne, nel dubbio di averne presi troppo poco. Ma nel caso del’acido folico e della vitamina B12 come visto è bene non farsi prendere la mano. “Questo studio suggerisce che ci troviamo di fronte a ‘troppo’ di una buona cosa – commenta Ramkripa Raghavan, Dipartimento di Popolazione, Famiglia e Salute Riproduttiva della Bloomberg School – Consigliamo alle donne di assumere abbastanza folati nella prima parte della gravidanza, ma adesso dobbiamo riflettere sul fatto che forse dovremmo dare raccomandazioni più precise su cosa intendiamo per dose ottimale nel corso della gravidanza”. Maria Rita Montebelli