Cancro prostata. Intervento ormonale precoce migliora la sopravvivenza.
Secondo i risultati del trial TOAD, pubblicato su Lancet Oncology, un intervento immediato con la terapia di deprivazione androgenica (ADT) nei pazienti con cancro alla prostata, in cui persiste un aumento dei valori del PSA sierico, migliora la sopravvivenza, rispetto a quanto si verifica con un trattamento ADT ritardato.
I risultati di questo studio, secondo Gillian M. Duchesne, del Peter MacCallum Cancer Center dell’Università di Melbourne, forniscono finalmente le prove dei benefici del trattamento tempestivo con ADT sulla sopravvivenza dei pazienti con cancro alla prostata. Inoltre, nei casi di nuova diagnosi che hanno un cancro incurabile e asintomatico, vi sarà ora la possibilità di discutere col medico il trattamento migliore consentendo al paziente una decisione consapevole, anche per quanto riguarda il momento di iniziare le cure palliative. Lo studio Attualmente l’intervento precoce sembra migliorare la sopravvivenza tra gli uomini con carcinoma metastatico stabile o carcinoma prostatico localmente avanzato, ma i tempi ottimali del trattamento ormonale ADT per gli uomini asintomatici sono ancora incerti. Per approfondire la questione Duchesne e colleghi hanno studiato i pazienti con cancro alla prostata provenienti da 29 centri specialistici dall’intera l’Australia, dalla Nuova Zelanda e dal Canada con l’intento di valutare se l’intervento immediato con ADT potesse migliorare la sopravvivenza globale in questi malati, pur mantenendo una qualità di vita accettabile.
Nello studio sono stati inclusi 261 uomini con una recidiva dell’aumento del PSA, dopo la terapia definitiva, clinicamente asintomatici più altri 32 uomini asintomatici con nuova diagnosi di cancro alla prostata che sono stati considerati non idonei al trattamento curativo. Si è così dapprima evidenziato che a 5 anni la sopravvivenza globale era del 91,2% nel braccio che aveva ricevuto una terapia ADT precoce, contro 86,4% nel braccio della terapia ritardata. Differenze simili sono stati osservate anche dopo sei e sette anni. Inoltre, dopo aggiustamento dei dati per altri fattori, la ADT immediata è stata associata con una riduzione del 46% della mortalità e si notava anche una riduzione non significativa del 44% del rischio di morte per cancro alla prostata. I risultati nei sottogruppi Nelle analisi dei sottogruppi, il tasso di sopravvivenza a cinque anni stimato nel gruppo con la recidiva del rialzo del PSA era pari al 84.3% nel braccio della terapia immediata e al 78,2% nel braccio della terapia ritardata. Nel gruppo non trattabile, i tassi di mortalità erano del 11% nel braccio del trattamento immediato e del 29% nel braccio del trattamento ritardato (includendo tutti i decessi per cause diverse dal cancro alla prostata). E ancora, i tempi di recidiva locale o a distanza, erano significativamente più lunghi negli uomini randomizzati a ricevere la terapia immediata. Per quanto riguarda gli eventi avversi correlati al trattamento ADT bisogna tenere conto che oltre tre quarti degli uomini nel braccio della terapia immediata (78%) hanno riportato almeno un evento avverso ADT-correlato, rispetto al 47% degli uomini nel braccio della terapia ritardata. Infine, la qualità globale della vita nei primi due anni si e ridotta in misura maggiore nel braccio della terapia immediata, ma la differenza era inferiore alle significatività statistica. Fonte: Lancet Oncol 2016