L'operazione la fa (solo) il robot
Un sistema robotico sviluppato per fare interventi in quasi completa autonomia: sarà la regola in sala operatoria?
I robot-chirurghi sono da tempo una realtà nelle sale operatorie, ma la definizione non è del tutto appropriata, perché a eseguire l’intervento è in realtà il chirurgo, che controlla, come in un videogioco, gli strumenti robotici: si tratta dunque di chirurgia assistita dal robot. Ora un nuovo modello di automa intelligente promette di fare esattamente il contrario: il robot opera in autonomia, e il chirurgo fa da supervisore.
LA STELLA DELLA CHIRURGIA. Il sistema è stato illustrato in un articolo su Science Translational Medicine, che ha presentato come una piccola rivoluzione il nuovo robot chiamato STAR, per Smart Tissue Autonomous Robot. Sviluppato da chirurghi dello Sheikh Zayed Institute per l’innovazione in chirurgia pediatrica di Washington e da ingegneri della Johns Hopkins University, si basa su una piattaforma robotica già sperimentata, arricchita però di ulteriori e più sofisticate dotazioni: innanzi tutto un sistema di visione avanzato a 360° (una telecamera panottica agli infrarossi), e poi un algoritmo che guida la macchina a eseguire i gesti del chirurgo, anzi di quelle che sono considerate le migliori pratiche chirurgiche.
COMPITO DI CUCITURA. Il primo test è stato fatto (su animali) con uno dei compiti più comuni e delicati della chirurgia, l’anastomosi, ovvero la manovra necessaria per ricucire i visceri cavi, per esempio le due parti dell’intestino dopo che è stato asportato un tumore, oppure un vaso sanguigno. Mentre infatti per alcune manovre, come il taglio di tessuti duri (come le ossa), la chirurgia automatica ha fatto nel tempo notevoli progressi, i tessuti molli si sono sempre rivelati più difficili da trattare, e le mani del chirurgo sono rimaste indispensabili.
INTERVENTO. Le prime operazioni sono state eseguite su maiali, e il risultato del robot è stato confrontato con lo stesso tipo di intervento eseguito da chirurghi esperti, oppure con la laparoscopia o ancora con un sistema tradizionale di chirurgia robotica. STAR - riporta l’articolo - ha dato risultati migliori nella precisione dei punti e nella resistenza della anastomosi alla pressione e alla rottura. Gli animali sono sopravvissuti senza complicazioni all’intervento.
BISTURI ADDIO? Si sa quanto contino per la buona riuscita di un'operazione l’esperienza, l’abilità e la destrezza del chirurgo, e quanto i pazienti e i loro familiari si interroghino su chi affidarsi nelle situazioni delicate. Nell’idea dei suoi inventori, il nuovo robot dovrebbe servire per rendere standard e disponibili a tutti le migliori “mani” di chirurgo (senza naturalmente poter fare a meno della testa che diagnostica e prende le decisioni). Una visione con cui chissà quanti chirurghi umani concorderebbero.