Le prime fasi di sviluppo dell'embrione umano.
Una ricerca rivela nuove informazioni sulle prime fasi di sviluppo dello zigote umano, e in particolare sull'espressione nelle femmine dei geni che si trovano sul cromosoma X. Si tratta di un risultato importante per migliorare la prevenzione dell'aborto spontaneo nelle prime settimane di gestazione e il successo delle pratiche di fecondazione assistita.
Conoscere i meccanismi di maturazione delle diverse popolazioni cellulari nelle prime fasi dello sviluppo dell'embrione umano è fondamentale per prevenire l'interruzione spontanea della gravidanza nelle prime settimane e per migliorare le percentuali di successo nella fecondazione medicalmente assistita. Un deciso progresso in questa direzione è stato compiuto da un gruppo di ricercatori del Karolinska Institut e del Ludwig Cancer Research di Stoccolma, in Svezia, guidato da Frederik Lanner, che, in un articolo apparso sulla rivista “Cell”, chiariscono alcuni dettagli cruciali sui tempi delle diverse fasi dello sviluppo dello zigote e l'espressione genica del cromosoma X. Nelle prime settimane dello sviluppo embrionale, lo zigote passa da singola cellula a blastocisti, un grappolo cavo di 200-300 cellule. È durante questo periodo che si differenziano le tre principali linee cellulari che daranno origine all'embrione e alle membrane extraembionali, e da cui derivano tessuti distinti: dall'epiblasto si sviluppa l'embrione, dal trofoectoderma la placenta e dall'endoderma primitivo il sacco vitellino, a cui sono deputate le funzioni nutrizionali. Affinché l'embrione possa aderire alla parete dell'utero per dare il via alla gravidanza, tutte e tre i tipi di cellule devono maturare correttamente, ma finora non era chiaro in che modo e in che ordine si formassero queste cellule negli esseri umani. Studiando l'espressione genetica di cellule di 88 embrioni umani, i ricercatori svedesi hanno ora identificato i geni che entrano in gioco nelle diverse fasi durante la prima settimana di sviluppo. Il risultato più importante è che la maturazione dei tre tipi di cellule è contemporanea, diversamente da quanto avviene per esempio nei topi, nei quali questi processi sono ben studiati. Un altro dato emerso dallo studio è l'inatteso schema di espressione dei geni situati sul cromosoma X, che ha un problema di regolazione genica particolare, poiché nel sesso femminile ne esistono due copie, mentre nel sesso maschile solo una. Per evitare di avere un livello di espressione dei geni del cromosona X doppio rispetto a quello maschile, le donne devono quindi attivare un meccanismo di compensazione. Nei topi uno dei due cromosomi X viene silenziato durante la prima settimana. Nel caso degli esseri umani, invece "siamo riusciti a dimostrare che il bilanciamento dell'espressione genica tra i due cromosomi si raggiunge tra il quarto e il settimo giorno" ha spiegato Rickard Sandberg, coautore dello studio, "con una modalità di soppressione di entrambi i cromosomi X del tutto nuova”. “Le conoscenze acquisite con questa nuova ricerca non solo ci aiutano a comprendere meglio lo sviluppo embrionale, ma ci dice anche di più su come le cellule pluripotenti si formino e regolino il loro sviluppo nelle prime fasi”, ha aggiunto Lanner. “Si tratta di un progresso importante anche per l'uso delle cellule staminali embrionali nell'ambito della medicina rigenerativa”.