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Colesterolo “artificiale” per curare l’aterosclerosi.


Sviluppate nanoparticelle che replicano le funzioni del colesterolo HDL liberando le arterie dalle placche ostruttive.

​Ricercatori dell’Università della Georgia (Usa) hanno creato delle nanoparticelle in grado di agire contemporaneamente sia come mezzo di contrasto per evidenziare le placche causate dall’aterosclerosi sia come agenti per rimuoverle.

L’aterosclerosi è una patologia che colpisce le pareti arteriose, dove siaccumulano placche di lipoproteine che restringono i vasi e che ne causano l’infiammazione e che può provocare, quando si staccano frammenti di placche e vanno in circolo ostruendo il flusso sanguigno, infarto e ictus.

Il colesterolo HDL, quello “buono” gioca un ruolo fondamentale nel prevenire questi eventi in quanto ripulisce le arterie dalle lipoproteine a bassa densità che si accumulano nelle placche a causa del colesterolo “cattivo”, riducendo le dimensioni di queste ultime.

Precedenti ricerche hanno dimostrato che isolando le componenti dell’HDL dal sangue di donatori, ricostruendo la molecola di colesterolo e iniettandola negli animali si può avere un effetto terapeutico per l’aterosclerosi. Tuttavia con questa metodologia si corre il rischio di rigetto perché il sistema immunitario non riconosce come proprie dell’organismo le molecole di HDL ricavate dal sangue di altri esseri.

Per evitare questo inconveniente i ricercatori americani hanno sviluppato delle nanoparticelle sintetiche che imitano il comportamento del colesterolo buono, in modo da agire come spazzini dei vasi sanguigni senza scatenare reazioni immunitarie. Non solo. Le hanno dotate anche di un mezzo di contrasto, l’ossido di ferro, in modo da poter essere rilevate con la risonanza magnetica.

Le nanoparticelle hanno dimostrato di poter abbassare il livello di colesterolo totale e dei trigliceridi nei topi. Per quanto riguarda invece la funzione di rilevazione delle placche i ricercatori hanno inserito sulla superfice delle nanoparticelle una molecola che si lega ai macrofagi, globuli bianchi che assieme ai lipidi e al colesterolo vanno a formare le placche aterosclerotiche.

I macrofagi inglobano così le nanoparticelle che vengono rilasciate solo quando queste cellule si rompono, segno che le placche sono instabili, e producono così un segnale molto forte che può essere rilevato tramite la risonanza magnetica. Ciò permette di discriminare quali le placche sono fisse e quali invece si possono staccareprovocando la messa in circolo di particelle che vanno ad aumentare il rischio di ictus.

Gli esperimenti sugli animali hanno avuto esito positivo e i ricercatori pianificano di iniziare i test clinici sull’uomo entro un anno e mezzo.

La Ref Italia è un'azienda fondata nel 2005 che si occupa della distribuzione di apparecchiature elettromedicali, prodotti medicali e dispositivi ad alta tecnologia medica.

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