Cancro al pancreas, identificati 4 tipi diversi.
Nell’elenco dei tumori più frequenti è al quinto posto dopo polmoni, colon retto, seno e stomaco. 12.500 diagnosi all’anno in Italia. Ora si apre la strada per terapie personalizzate.
Nell’elenco dei tumori più frequenti è al decimo posto: 12500 le diagnosi effettuate in Italia lo scorso anno. Ma visto che tra incidenza (numero dei nuovi casi sull’intera popolazione a rischio) e tasso di mortalità la differenza è esigua, è considerato quasi senza via di scampo. Il tumore al pancreas fa ancora paura: dopo dieci anni dalla fine delle cure sopravvive un paziente su cinque, tra le malattie oncologiche rappresenta la quinta causa di morte (dopo i tumori al polmone, al colon-retto, al seno e allo stomaco) e a oggi non esistono metodi per la diagnosi precoce. Ma la ricerca non si ferma e la conoscenza della malattia assume contorni sempre più definiti.
ALMENO QUATTRO TIPI DIVERSI DI TUMORE
Gli ultimi aggiornamenti giungono da Verona, dove lavora uno dei gruppi più esperti d’Europa sulla malattia. I ricercatori scaligeri sono riusciti a identificare quattro diverse tipologie di tumore al pancreas: squamoso, progenitore pancreatico, immunogenico e a differenziazione mista esocrina ed endocrina. Come già da tempo si sa per quasi tutte le neoplasie, anche quelle al pancreas - ghiandola che produce ormoni (insulina, glucagone, amilina, somatostatina, grelina e polipeptide pancreatico) ed enzimi digestivi (amilasi, lipasi, tripsina, chimotripsina, carbossipeptidasi) - rappresentano una gamma ampia di malattie tra loro diverse che possono richiedere altrettanti trattamenti. Sta qui la rilevanza della nuova ricerca, pubblicata sulla celebre rivista Nature e coordinato dal centro di ricerca sul cancro di Glasgow (più di venti gli istituti coinvolti). Nel lavoro sono stati coinvolti 456 pazienti e dall’analisi dei profili genetici delle loro malattie è stato possibile identificare i quattro identikit.
VERSO TERAPIE PERSONALIZZATE
Le ricadute di questa scoperta, come spiega Giampaolo Tortora, direttore dell’unità operativa di oncologia medica dell’azienda ospedaliero-universitaria di Verona, «aprono la strada a una possibile personalizzazione delle cure anche nei tumori del pancreas: cosa che già avviene per altri tumori». Decifrare la complessità della malattia è infatti un passaggio fondamentale per arrivare a terapie più efficaci e diversificate per ciascun sottotipo di tumore. Il prossimo passo sarà rappresentato dalla traduzione nella pratica clinica dei risultati ottenuti nei laboratori di Verona, dove i ricercatori hanno lavorato allacaratterizzazione genetica della neoplasia. È così che sono emerse analogie (poche) e differenze (marcate) tra almeno quattro tipi di malattia, nei cui confronti in futuro si potrebbe agire in maniera «unica».
ARRIVERA’ ANCHE LA CHIRURGIA «SU MISURA»
Novità incoraggianti, seppur in fase preliminare, sono già emerse in chiave terapeutica. Contro il tumore al pancreas poco ha finora potuto lachemioterapia, che invece se mirata soltanto a un target ristretto potrebbe rallentare la progressione della malattia: come già osservato in alcuni pazienti. Ma i ricercatori non escludono nemmeno «che il sottotipo immunogenetico possa essere vulnerabile ai nuovi farmaci immunoterapici, già usati con successo in diversi tipi di tumori»: melanoma metastatico e carcinoma del polmone. La definizione (parziale?) della complessità della malattia potrebbe avere un ritorno anche nella gestione della malattia in sala operatoria. «Alcuni tipi di pazienti potranno trovare subito giovamento da una chirurgia. Per altri, invece, potrebbe essere più appropriato seguire prima cure mediche e sottoporsi solo successivamente all’intervento», commenta Claudio Bassi, direttore dell’unità operativa di chirurgia generale B del policlinico universitario “Giambattista Rossi” di Verona.
ANCORA POCHE OPPORTUNITÀ DI PREVENZIONE
Così come la diagnosi precoce, anche la prevenzione primaria del tumore al pancreas ha contorni molto sfumati. La probabilità di ammalarsi è doppia neifumatori e nelle donne. Familiarità, precedenti episodi di pancreatite e alcune malattie genetiche (sindrome di Lynch) sono altri fattori di rischio. La sintomatologia è abbastanza generica: stipsi, ipoglicemia, calo ponderale e dolore addominale. Spesso la malattia viene scoperta partendo dalla presenza di ittero, che è però il segno che la malattia ha già coinvolto il fegato e le vie biliari.
FABIO DI TODARO