Autopalpazione al seno: suggerimenti su prevenzione e neoplasie.
Autopalpazione al seno significa importanza della prevenzione. L’autoesame è infatti un passo decisivo, prima di trovare conferma negli specifici esami diagnostici quali ecografia mammaria emammografia. L’incidenza di noduli, cisti o inizi di neoplasie varia in base ai paesi in cui si è nati e si vive: nel caso del seno, nei paesi industrializzati si rileva una percentuale maggiore di casi; più precisamente, sembra che nell’Europa del Nord e in America del Nord il rischio sia più alto rispetto ai paesi orientali, in particolare il Giappone, dove questi problemi sono rari. Di conseguenza, anche nel Nord Italia la percentuale è più alta del Sud, mentre le regione centrali sono a metà tra i due estremi.
Un altro fattore di rischio affinché si sviluppi la malattia è l’età: tra la fascia di donne in età fertile sotto i 50 anni, il rischio solitamente aumenta in modo esponenziale; poi scende tra i 50 e i 70 anni e risale dopo i 70 anni. Qualche dato: è di circa 30mila il numero di casi di insorgenza della malattia in Italia; ogni anno, circa 10 donne su 100 fino a 75 anni possono contrarre questa malattia, o meglio la più rischiosa tra le situazioni patologiche sopra menzionate, una neoplasia mammaria.
Ci sono donne che corrono maggiori rischi di contrarre la malattia?
Oltre ai fattori appena ricordati si aggiunge che anche problemi di sviluppo come ad esempio il menarca precoce (prima di 13 anni) o di menopausa, in particolare, tardiva, la mancanza di figli, una policistosi ovarica, l’obesità nonché infine l’uso di contraccettivi orali. È il caso, inoltre, di ricordare possa trattarsi di malattia genetica dovuta ad un’alterazione dei 2 geni BRCA1 e BRCA2 che può comportare l’insorgenza prima dei 50 anni.
Uno dei primi passi da fare: autopalpazione al seno
L’autopalpazione al seno è tra le prime e più semplici analisi che dovrebbero effettuarsi. Ma come?
OSSERVAZIONE: Attenta osservazione del proprio seno davanti allo specchio in posizione frontale e di profilo: alzare le braccia verso l’alto e poggiare le mani sui fianchi verificando la comparsa di qualche asimmetria, gonfiore, forma anomala e diversa fra i due seni. Rivolgersi al medico per dubbi, comparsa di piccole lesioni o ferite superficiali.
PALPAZIONE: da posizione sdraiata premere con le dita della mano unite, un seno alla volta, muovendosi delicatamente dall’esterno verso il centro; si dovrebbe arrivare fino alle ascelle, alle ghiandole linfatiche e alla parte superiore del torace. I movimenti dovrebbero essere precisi e di forma concentrica. Tutto ciò è da fare però dopo aver terminato il ciclo mestruale, in quanto durante il ciclo si potrebbero sentire corpi simili a noduli o turgori che sono quasi sempre fisiologici, ma potrebbero spaventare inutilmente le donne che effettuano autopalpazione al seno. Lo specialista richiede la fine del ciclo perché anche la sua diagnosi potrebbe essere fuorviata interpretando come benigni – come in realtà sono nella maggior parte dei casi – noduli che in seguito potrebbero evolvere in maligni. È preferibile essere nelle condizioni migliori quando si effettua o si fa fare questa operazione.
PREMERE IL CAPEZZOLO: notare se fuoriesce un qualche liquido (es. siero, sangue o altro). Andrebbe poi considerato come si sente il capezzolo: duro, dolente? Oppure come si presenta, ossia se spostato, o troppo in fuori, troppo dentro, etc.
QUINDI: sempre con delicatezza andrebbe poi sfiorata la zona intorno al capezzolo stesso, vedendo se ci sono escoriazioni o piccole ferite.
ULTIMO STEP: ricordarsi di effettuare controlli regolari dal senologo o ginecologo: almeno una volta ogni dodici mesi dai 20 ai 40 anni; dopo i 40 ogni 6 mesi (in caso si siano avuti in famiglia casi di neoplasie mammarie); una volta l’anno oppure ogni 2 anni se non risultano madri, nonne o zie con tali patologie; a partire dai 50 anni sarebbe consigliabile integrare la visita ginecologica annuale con la mammografia.
In sintesi la autopalpazione al seno durante tutta l’età fertile andrebbe effettuata ogni 3 mesi e controllata comunque una volta l’anno dal ginecologodurante la normale ed usuale visita annuale. Chiaramente l’autopalpazione mammaria è importante, ma è solo un primo passo che non può evitare il controllo degli specialisti con o senza specifica strumentazione. La prevenzione può e dovrebbe partire con l’autocontrollo, ma per capire come e perché l’autoesame non sia sufficiente è utile conoscere qualcosa in più sulle neoplasie mammarie.
Come si formano le neoplasie mammarie?
Il carcinoma inizia con una proliferazione incontrollata ed irregolare di cellule. Il primo nucleo può essere di 1 o 2 cm, ma dopo molto tempo (possono passare 10 anni), se supera queste piccole dimensioni, la sua crescita aumenta ogni tre mesi e si diffonde ai linfonodi e nelle aree limitrofe. La metastizzazione degli organi distanti dalle mammelle, avviene per via ematica ed ha luogo dopo il coinvolgimento dei linfonodi. E come diagnosticarle?
Come si diagnosticano le neoplasie?
Come detto, in primo luogo la autopalpazione al seno, seguita dall’esame del clinico, dello specialistae lo studio per immagini (ecografia in 3D e non, mammografia, risonanza magnetica, scintigrafia, PET); nel caso venga rilevato qualche sospetto, bisogna accertare con l’esame istologico la natura del frammento di tessuto prelevato. Va ribadita l’utilità della autopalpazione al seno – anche se spesso molte donne hanno paura di farla – poiché con questo autoesame ci si può conoscere meglio e più precocemente. Nonostante sia comprensibile la resistenza ad eseguire mammografie od ecografie, per paura di provare dolore nell’introduzione delle mammelle tra le due piastre, andrebbe superata la paura ed eseguiti gli esami regolarmente, in quanto tra i due screening potrebbero formarsi piccole neoplasie. E prima queste vengono individuate, prima si può intervenire.
Conclusioni su autopalpazione al seno e prevenzione neoplasie
La prevenzione aiuta ad individuare precocemente e quindi a superare ogni tipo di neoplasia: si può intervenire chirurgicamente, ma la chemio o la radio terapia potrebbero non rivelarsi necessarie. Nonostante alcuni ritengano l’autopalpazione obsoleta ed inutile, altri consigliano di iniziare a farla a partire dai 20 anni, ripetendola ogni tre mesi al termine di ogni ciclo mestruale. Nello stesso tempo non trascurate i controlli dagli specialisti, soprattutto, ginecologi, recandovi annualmente e con regolarità. È sempre fondamentale l’occhio dell’esperto… E come diceva Socrate:Conosci te stesso.