Scoperto il gene dei capelli grigi. Si potrà disattivare
Si chiama Irf4, responsabile del calo di melanina nell’invecchiamento.
Il calvario a cui moltissimi uomini e donne si sottopongono periodicamente per sembrare più giovani potrebbe presto avere una tappa in meno: quella dal parrucchiere per tingere i capelli. Scienziati di mezzo mondo, coordinati dall’University College di Londra, hanno scoperto che l’ingrigimento dei capelli ha anche origine genetica e non escludono di poter presto arrivare alla pillola che lo cura. L’indagine, pubblicata su Nature Communications e firmata dal dott. Kaustubh Adhikari dell’Ucl, ha preso in esame, con la collaborazione di molte università Usa, circa 6630 individui, selezionati in America Latina tra quanti avevano antenati europei, africani o nativi americani. In questo modo, la ricerca ha riguardato un vasto patrimonio genetico, mettendo sotto osservazione individui dalla chioma più disparata: i biondi di discendenza europea, i neri dai capelli crespi e gli indios dai capelli nerissimi, folti e lucidi. Dopo mesi di ricerche, quasi ogni gene responsabile è stato individuato: quello che rende la barba folta, quello che governa l’intensità delle sopracciglia e persino quello che determina il diametro dei capelli.
La ricerca
Il gene che a un certo punto della vita schiarisce la chioma fino a farla diventare bianca è stato battezzato Irf4 (Interfon Regulatory Factor 4). Non agisce da solo, ma con altri fattori ancora da identificare ed è comunque responsabile di quel fenomeno che priva i follicoli piliferi dell’apporto di melanina: è come se alla base di ogni singolo capello ci fosse un microscopico barattolo di colore, che si esaurisce. La ricerca ha anche dato nomi scientifici a fenomeni che tutti avevamo già osservato, come il fatto che le persone di origine africana e asiatica tendono in tarda età ad avere meno capelli bianchi. Ma se un europeo sposa una bionda, conferma il rapporto, deve aspettarsi che la chioma dei suoi figli ingrigisca col passar del tempo.
Il gene Irf4 è responsabile anche dell’imbiancamento precoce dei capelli, che colpisce molti giovani causando notevole stress nelle relazioni sociali. Il professor Andrés Ruiz-Linares, esperto di bioscienze della Ucl, è convinto che «comprendere i meccanismi dell’Irf4 può essere rilevante per sviluppare soluzioni che ritardino l’ingrigimento dei capelli e per approfondire aspetti della biologia dell’invecchiamento umano». Per la prima volta, una ricerca ha anche preso in esame le diverse caratteristiche dei capelli in base al patrimonio genetico e alla zona di provenienza. L’evoluzione ha dato capelli più scuri e folti a chi viveva in clima molto freddi o molto caldi e ha schiarito le chiome di chi abitava in quelli temperati, come l’Europa. Anche i capelli molto sottili e le chiome che tendono a diradarsi in giovane età sono una caratteristica europea e nordamericana.
La colpa non è ovviamente tutta dei geni, che sembrano governare solo per un 30% l’ingrigimento dei capelli. Il 70% è ancora dovuto a fattori ambientali e allo stress, come dimostra la capigliatura di ogni presidente americano: Obama aveva i capelli scuri quando è entrato alla Casa Bianca e ora, dopo 8 anni, li ha quasi completamente bianchi. Lo stesso era accaduto a George W. Bush e, in Gran Bretagna, a Tony Blair. Si racconta anche che i capelli di Maria Antonietta fossero diventati completamente bianchi la notte prima che la portassero al patibolo in Place de la Concorde. L’applicazione più immediata della ricerca riguarderà proprio la medicina forense: la mappatura genetica consentirà di aiutare i medici a ricostruire le sembianze di vittime di delitti particolarmente efferati, ricostruendone grazie al Dna anche il tipo di barba e di capigliatura.
Per la pillola contro i capelli bianchi bisognerà aspettare ancora un poco, ma non moltissimo, assicurano gli scienziati. C’è comunque tempo, visto che i capelli bianchi sembrano di gran moda: li esibiscono continuamente Lady Gaga, Rihanna, Pink e le attrici Helen Mirren e Meryl Streep. E George Clooney non sarebbe lo stesso senza quei capelli sale e pepe che ne aumentano il fascino. Ma averli in testa è tutta un’altra storia.
VITTORIO SABADIN