Dipendenze: riscrivere la memoria spaziale per evitare ricadute
I neuroni di posizione che riconoscono un ambiente possono contribuire a scatenare una ricaduta nelle persone uscite da una dipendenza, a causa dell'associazione tra un luogo e la sostanza d'abuso. Una ricerca sui topi dimostra che resettando artificialmente quei neuroni si può eliminare quell'associazione.
Le ricadute in una dipendenza sono spesso legate alla tendenza del soggetto a continuare a frequentare gli ambienti associati al ricordo della gratificazione offerta dalla sostanza o dal comportamento di cui abusavano. Ora, una ricerca condotta sui topi ha dimostrato che è possibile manipolare quel tipo di ricordo, ed evitare la preferenza per quei luoghi. Lo studio è stato condotto da ricercatori dell'Università di Oxford che firmano un articolo pubblicato su "Nature Neuroscience". Alcuni neuroni dell'ippocampo, le cosiddette cellule di posizione o "neuroni GPS" - la cui scoperta è valsa il Nobel per la medicina nel 2014 a John O'Keefe, May-Britt ed Edvard Moseri - si attivano quando ci si trova in una posizione particolare (nota) dell'ambiente. Se questo ambiente è associato a una sostanza d'abuso, la loro attivazione innesca anche l'attivazione dei neuroni che ne conservano il cosiddetto engramma, ossia quelli in cui è archiviato il ricordo "positivo" rappresentato dalla sostanza d'abuso.
Studi precedenti hanno mostrato che i ricordi possono essere manipolati artificialmente, ma dato che ogni cellula di posizione può contribuire a un numero elevato di rappresentazioni differenti, finora non si sapeva se fosse possibile modificarli selettivamente in modo da annullare l'associazione tra un luogo e un comportamento. Nel nuovo studio Stéphanie Troche e colleghi hanno addestrato alcuni topi ad associare un particolare ambiente alla presenza di una soluzione con cocaina, inducendo così i topi a trascorrervi più tempo rispetto a un luogo simile ma in cui c'era una soluzione priva della sostanza. I topi usati dai ricercatori erano stati geneticamente modificati in modo tale che le cellule di posizione esprimessero una proteina sensibile alla luce quando erano attive, ossia quando gli animali si trovavano in un certo ambiente. Ciò permette una "etichettatura" delle cellule specificamente associate a quell'ambiente. Inoltre, quando queste cellule vengono colpite da un raggio di luce a cui sono sensibili, si disattivano. I ricercatori hanno quindi posto i topi dipendenti dalla cocaina nell'ambiente che associavano alla sostanza, così che le cellule di posizione esprimessero le proteine sensibili alla luce. A quel punto, attraverso una sottile fibra ottica impiantata nel cervello degli animali hanno inviato un impulso di luce che ha disattivato i "neuroni GPS" attivi. In seguito a questo trattamento, i topi hanno perso la loro preferenza per l'ambiente associato alla droga, mostrando che un intervento selettivo sui neuroni dell'ippocampo può rappresentare una strategia potente per resettare le memorie spaziali e neutralizzarne gli effetti indesiderati.