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Test di sensibilità batterica agli antibiotici


Ideato da un team dell'Università della California

Gli scienziati dell'Università della California di San Diego hanno messo a punto un nuovo test in grado di determinare la sensibilità batterica agli antibiotici. Il risultato, pubblicato su EBioMedicine dal coordinatore Victor Nizet, può rallentare la comparsa della resistenza ai farmaci e consentire inoltre ai medici di individuare in maniera più rapida il trattamento migliore per i pazienti che sviluppano infezioni pericolose per la vita. Il test è incentrato sulla suscettibilità per lo Stafilococco aureo, batterio responsabile del 60 per cento delle infezioni ospedaliere in cui esiste la necessità di discriminare tempestivamente i ceppi resistenti alla meticillina (Mrsa) o quelli sensibili (Mssa). «La resistenza agli antibiotici provoca annualmente due milioni di malati e oltre ventimila morti, con un costo per l'economia statunitense di circa 20 miliardi di dollari all'anno» spiega l'infettivologo. Il fenomeno sempre più attuale dell'antibiotico-resistenza provoca infezioni da germi multiresistenti che è sempre più difficile trattare con antibiotici efficaci. Il metodo ingegnato da Nizet e colleghi si basa sull'osservazione microscopica delle cellule batteriche morte, il che aiuta a stabilire rapidamente se si tratta di ceppi di Mrsa o Mssa.«Indipendentemente dal ceppo, un batterio sano e in crescita appare al microscopio diverso da un batterio morto, e questa differenza nell'aspetto cellulare è alla base della rapidità del metodo, basato sul riscontro diretto della sensibilità o meno a un antibiotico cui il germe è stato esposto, senza bisogno di aspettare lo sviluppo di colonie visibili a occhio nudo», spiega Nizet. «Il prossimo passo sarà ottimizzare il test per ampliarne l'uso anche ad altri batteri multiresistenti, tra cui Pseudomonas aeruginosa».

Fonte: EBioMedicine

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