Ematuria, le linee guida americane.
Necessaria la collaborazione dei pazienti in fase di anamnesi
In caso di ematuria, i medici dovrebbero sempre domandare ai propri pazienti se in passato hanno avuto perdite di sangue nelle urine. Lo affermano le nuove linee guida dell'American College of Physicians sulla gestione della malattia, valide soprattutto in caso di ematuria microscopica. Matt Nielsen, coautore dell'articolo che lavora presso lo University of North Carolina Lineberger Comprehensive Cancer Center di Chapel Hill, spiega: «Una storia di ematuria macroscopica autolimitata è un sintomo frequente, importante, e significativamente sottostimato». Insieme agli esperti dell'High Value Care Task Force dell'Acp, Nielsen ha svolto una revisione sistematica della letteratura mirata alla valutazione dell'ematuria come marcatore del cancro del tratto urinario. «La gestione dei pazienti con ematuria microscopica asintomatica è complicata da una mancanza di chiarezza, dovuta anche al fatto che le attuali raccomandazioni riflettono divergenze di opinione in termini di costi e benefici dei diversi approcci diagnostici», scrivono gli scienziati. Fra gli altri consigli emersi dalle linee guida, l'Acp spiega che, prima di dar via ad altre valutazioni negli adulti sintomatici, i medici dovrebbero cercare conferma di un risultato positivo dello stick urinario per sangue occulto grazie a un'analisi microscopica a elevato ingrandimento che dimostri la presenza di tre o più eritrociti per campo. Inoltre, spiegano gli esperti, i soggetti affetti da ematuria microscopica confermata in assenza di cause benigne dimostrabili dovrebbero essere inviati allo specialista urologo per un approfondimento diagnostico. Infine, la valutazione dell'ematuria andrebbe eseguita anche se il paziente si trova in terapia anti-piastrinica o anti-coagulante. «Un altro messaggio importante è che la valutazione di routine della citologia urinaria non è più raccomandata nella valutazione iniziale di una ematuria microscopica asintomatica», spiega Nielsen, che conclude: «La crescente consapevolezza dello stretto legame tra ematuria e cancro delle vie urinarie è un messaggio educativo fondamentale per i pazienti e gli operatori sanitari».