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Medulloblastoma, terapia a fascio protonico sicura quanto radioterapia.


Secondo uno studio pubblicato su Lancet Oncology e coordinato daTorunn Yock del Massachusetts General Hospital di Boston, nel medulloblastoma infantile la terapia a fascio protonico ha una sicurezza paragonabile alla radioterapia convenzionale con sovrapponibili tassi di sopravvivenza. «Il medulloblastoma è il tumore cerebrale maligno più comune nei bambini, e viene di solito trattato sia chirurgicamente sia con chemio- e radioterapia» esordisce la ricercatrice, spiegando che in seguito alle cure i piccoli pazienti sviluppano significativi effetti collaterali tra cui una perdita di udito che può avere un impatto significativo sull'apprendimento e lo sviluppo del linguaggio, ma anche tossicità su cuore, polmoni, tiroide e organi riproduttivi. Rispetto alla radioterapia convenzionale, la terapia a fascio di protoni è in grado di dirigere con precisione sulle cellule tumorali fasci di protoni anziché di raggi X, con minor rischio di danno ai tessuti circostanti. Allo studio hanno preso parte 59 pazienti di età compresa tra 3 e 21 anni, di cui la maggior parte già sottoposti a rimozione chirurgica parziale o completa del tumore. Tutti hanno ricevuto chemioterapia e radioterapia a fascio di protoni, e sono stati poi seguiti per 7 anni. «A 3 anni dopo il trattamento il 12% dei pazienti ha avuto una grave perdita di udito, percentuale salita al 16% a 5 anni» riprende Yock, segnalando anche disturbi cognitivi e del sistema neuroendocrino. Viceversa, nessun disturbo cardiaco, polmonare o gastrointestinale è stato riportato, e al quinto anno di follow-up la sopravvivenza libera da progressione era dell'80%. In un editoriale di accompagnamento David Grosshans, del Dipartimento di Radioterapia Oncologica, Università del Texas MD Anderson Cancer Center di Houston, commenta: «I trattamenti radioterapici sono da sempre associati al rischio di effetti avversi anche gravi, e credo che in questo campo le più recenti innovazioni abbiano lo scopo di migliorare la qualità della vita dei malati mantenendo invariato l'effetto anti-cancro. Ciò detto, questo studio stabilisce un nuovo punto di riferimento per il trattamento del medulloblastoma, dimostrando i benefici clinici delle tecniche avanzate di radioterapia». Lancet Oncology 2016. doi: 10.1016/S1470-2045(15)00167-9http://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(15)00167-9/abstract Lancet Oncology 2016. doi: 10.1016/S1470-2045(15)00217-Xhttp://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(15)00217-X/abstract

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