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Dall’intervento standard al robot: la guarigione passa dal chirurgo.


In un congresso organizzato in Humanitas a Milano si fa il punto su robotica e nuove tecniche mininvasive per dare ai pazienti degenze più brevi e minori complicanze

È il quarto tumore più frequente in Italia e il primo per numero di morti causate ogni anno: con oltre 41mila nuove diagnosti stimate per il 2015 il cancro al polmone continua a fare paura, ma le terapie a disposizione sono sempre più numerose, variegate ed efficaci. E se nell’ultimo anno sono finalmente stati fatti importanti progressi grazie all’arrivo di nuovi farmaci , le speranze di una guarigione completa passano sempre dal successo dell’intervento chirurgico che deve riuscire ad asportare l’intera lesione cancerosa.

L’intervento chirurgico standard

«Quando la diagnosi viene fatta agli stadi iniziali di malattia, come accade in circa un terzo dei pazienti, il solo intervento chirurgico può essere risolutivo e le percentuali di guarigione fanno ben sperare – spiega Marco Alloisio, responsabile della Chirurgia Toracica dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano, dove in questi giorni si tiene un incontro internazionale dedicato alla chirurgia robotica -. L’intervento di scelta oggi è la lobectomia, cioè l’asportazione del lobo polmonare che contiene la malattia e i linfonodi vicini. Dura un paio d’ore, richiede un’ospedalizzazione di circa 5 o 6 giorni e le complicanze sono generalmente correlate alle condizioni generali del paziente. Globalmente rappresenta un intervento sicuro nella maggior parte dei casi, anche se la chirurgia tradizionale richiede un’incisione toracica con divaricazione costale che può provocare un certo dolore nel postoperatorio».

A cosa serve il robot

Con l’intento di ovviare a questo tipo di problematiche, negli ultimi anni sono state sviluppate nuove tecniche mininvasive in chirurgia toracica. Un ulteriore passo avanti è stato fatto con la VATS o lobectomia video–toracoscopica , una tecnica mininvasiva che si traduce, per i malati, in una minore sofferenza, una più breve degenza ospedaliera, una più rapida ripresa delle normali attività quotidiane e in minori conseguenze sulla funzionalità sia polmonare che di mobilità degli arti. «La chirurgia robotica è lo step successivo – dice Giulia Veronesi, responsabile della sezione di Chirurgia Robotica di Humanitas e direttrice insieme ad Alloisio del Workshop in corso a Milano -. Coniuga i vantaggi della chirurgia tradizionale “aperta” e di quella mininvasiva: la robotica permette di eseguire gli stessi passaggi della chirurgia aperta, con simile accuratezza e radicalità di dissezione, ma anche con una minore degenza postoperatoria e una dissezione linfonodale più sicura e completa (ad esempio nell’asportazione dei linfonodi mediastinici riesce ad arrivare laddove la videotoracoscopia ha difficoltà). E poi, in confronto alla videotoracoscopia, la robotica consente maggiore ergonomicità e precisione dei movimenti e l’ottimizzazione della visione che è tridimensionale ed ad immersione. Infine, mentre la videotoracoscopia è prevalentemente indicata per l’asportazione di tumori precoci, la a robotica potrebbe essere impiegata anche in stadio più avanzato».

Questioni aperta per migliorare e diffondere l’utilizzo della robotica

«La comunità scientifica ha documentato con numerose pubblicazioni i benefici della chirurgia robotica - aggiunge Giulia Veronesi -. Il workshop sarà l’occasione per gettare le basi di uno studio prospettico in grado di validare questa tecnica a confronto con la videotoracoscopia per definire le evidenze che permetteranno di giustificare i costi dell’investimento sul macchinario». Un ostacolo alla diffusione della chirurgia robotica è infatti il costo delle apparecchiature e degli strumenti utilizzati. «Sembra tuttavia che questi costi aggiuntivi siano compensati da una minore degenza postoperatoria e da minori complicanze postoperatorie - prosegue l’esperta -. Nel corso del workshop si discuterà anche di questo aspetto, mettendo a confronto l’esperienza italiana con quella europea e statunitense. Un obiettivo per il futuro è fornire maggiori prove sulla sostenibilità della robotica e sui benefici che possano giustificare i suoi costi aggiuntivi, ma anche sviluppare dispositivi robotici a costi accessibili a tutti. Sistemi robotici più snelli e ancora più “evoluti” permetteranno anche di eseguire incisioni ancora più piccole con minore ingombro di sala operatoria e maggiori vantaggi per i pazienti. Ci aspettiamo in un prossimo futuro un dispositivo che permette di eseguire tutto l’intervento di asportazione del tumore con una singola piccola incisione toracica (di circa due centimetri)».

L’85 per cento dei tumori al polmone è dovuto al tabacco

Purtroppo ancora oggi circa sette pazienti su dieci arrivano però alla diagnosi quando il tumore è già in fase avanzata e ha dato metastasi in altri organi: «I segnali a cui prestare attenzione sono «vaghi» e possono essere comuni anche ad altre malattie – spiega Alloisio -: in ogni caso è importante recarsi dal medico in caso di tosse secca o con catarro talora striato di sangue, piccole perdite di sangue con i colpi di tosse, difficoltà respiratorie, dolore al torace e perdita di peso. E, soprattutto, è fondamentale non fumare, visto che l’85 per cento dei casi di cancro polmonare è legata al consumo di tabacco. Gli ultra 55enni che hanno fumato per più di 20 anni, poi, dovrebbero fare una Tac di screening ogni anno, così da poter diagnosticare eventuali noduli maligni quando sono ancora di piccole dimensioni e più facili da trattare. Nel caso di tumori metastatici - conclude l’esperto - le novità in termini di trattamenti nuovi con farmaci immunoterapici e biologici di seconda generazione permettono di affrontare le cure con un maggiore ottimismo rispetto al passato. E, in casi selezionati di pazienti con singole metastasi a distanza, anche la chirurgia del tumore primitivo e della sede di metastasi sembra avere un ruolo sempre più importante».

di Vera Martinella

La Ref Italia è un'azienda fondata nel 2005 che si occupa della distribuzione di apparecchiature elettromedicali, prodotti medicali e dispositivi ad alta tecnologia medica.

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