top of page

Medicina nucleare, diagnosi mirate e rischi minimi.


Il professor Mansi della Seconda Università di Napoli spiega il funzionamento e i benefici delle «scintigrafie». Ecco come si scoprono i tumori maligni, il Parkinson e l’Alzheimer.

La medicina nucleare dispone di armi molto potenti per la diagnosi e la cura di patologie gravi come il cancro, eppure sono ancora molti i timori legati all’uso di molecole radioattive per indagare le funzionalità dell’organismo e intervenire sulle malattie in modo mirato. «La medicina nucleare sta a Fukushima come un farmaco sta a un veleno», rassicura Luigi Mansi, professore di medicina nucleare della Seconda Università di Napoli e membro dell’Associazione Italiana di Medicina Nucleare (AIMN). È solo imparando a conoscere le varie scintigrafie e le tomografie a emissioni di positroni (PET), quindi, che è possibile abbandonare ogni timore e comprendere le enormi potenzialità di questa branca della medicina.

PROFESSOR MANSI, COME FUNZIONA LA MEDICINA NUCLEARE?

«Per comprendere a fondo il meccanismo d’azione della medicina nucleare dobbiamo pensare all’organismo umano come a un sistema di biomolecole in costante equilibrio dinamico, dove la malattia appare come il risultato di un turbamento di questo equilibrio. La medicina nucleare ci permette oggi di “tracciare” il percorso delle diverse molecole nell’organismo e identificare le alterazioni molecolari, e quindi le malattie, a uno stadio precoce, prima ancora che si determini un’alterazione strutturale».

IN CHE MODO È POSSIBILE IDENTIFICARE QUESTE ALTERAZIONI?

«In medicina nucleare vengono utilizzati particolari traccianti radioattivi che seguono il percorso delle molecole presenti nell’organismo e che possono essere rilevati dall’esterno. In questo modo siamo in grado di conoscere a fondo il percorso e anche la concentrazione di una data molecola nelle diverse parti del corpo. Ciò costituisce un vantaggio enorme per i medici, dato che consente di avere informazioni dettagliate sia sulle aree malate che sulla funzionalità dei vari organi su ogni singolo paziente».

L’ESAME PIÙ IMPORTANTE CHE SI EFFETTUA IN MEDICINA NUCLEARE?

«Oggi lo strumento migliore è rappresentato dalla cosiddetta PET-TC, che combina le informazioni sulle strutture anatomiche che si ottengono con latomografia computerizzata (TC) con la rivelazione della funzionalità e del metabolismo dei tessuti normali e malati tramite la tomografia a emissione di positroni (PET).

L’esame PET più importante che effettuiamo è invece l’analisi delle concentrazioni di glucosio nell’organismo attraverso il fluorodeossiglucosio. Questo perché un tumore tende a consumare tanto più glucosio quanto più è maligno e, grazie a questa diagnosi, possiamo comprendere il grado di malignità di un tumore e identificare precocemente l’eventuale presenza di metastasi, nonché definire al meglio il bersaglio della radioterapia o la risposta del tumore alla terapia».

QUALI ALTRE MALATTIE SI DIAGNOSTICANO?

«La medicina nucleare ha uno spettro di applicazioni estremamente vasto. Ad esempio una sua applicazione molto diffusa in diagnostica riguarda la cardiopatia ischemica, una malattia funzionale del cuore nella quale fornisce informazioni più accurate ed utili rispetto alle altre metodiche utilizzabili. Inoltre siamo in grado di identificare precocemente ed inquadrare correttamente la malattia di Alzheimer o il Parkinson, oppure diagnosticare malattie dello scheletro o dei reni sempre in fase precoce».

È RISCHIOSO SOTTOPORSI A UNA PET O A UNA SCINTIGRAFIA?

«Il termine “nucleare” si trova oggi a dover fare i conti con i pregiudizi legati ai disastri di Fukushima o Chernobyl, tuttavia il rischio di sottoporsi a un esame di medicina nucleare è minimo e paragonabile ai rischi presenti nella vita quotidiana. Dobbiamo sapere che le radiazioni sono comunemente presenti nell’atmosfera e un pilota di aereo assorbe molte più radiazioni in un mese di qualsiasi nostro paziente.

Inoltre per eseguire un esame diagnostico si somministrano al paziente micro-quantità di sostanze radioattive: anche per questo gli esami di medicina nucleare non hanno oggi nessuna controindicazione assoluta, al contrario di quanto avviene con la risonanza magnetica o con la TC, in cui non si possono studiare tutti i soggetti e si utilizzano mezzi di contrasto che possono, anche se per fortuna molto raramente, determinare la morte del paziente».

CI SONO PAZIENTI PIÙ A RISCHIO?

«Come detto non esistono controindicazioni assolute, tuttavia il bersaglio delle radiazioni sono principalmente le cellule in fase di moltiplicazione, pertanto le persone più a rischio sono le donne in gravidanza e i bambini. Tuttavia se l’esame di medicina nucleare può fornire informazioni utili e vitali che non si possono ottenere con altre tecnologie diagnostiche allora il suo utilizzo risulta giustificato anche in questi casi».

QUAL È INVECE IL SUO USO NELLA CURA DELLE MALATTIE?

«La medicina nucleare ha diversi utilizzi anche in ambito terapeutico,specialmente nella cura dei tumori. In questo caso si somministrano al paziente alte dosi di molecole radioattive che sono in grado di emettere radiazioni dall’alto potere lesivo locale, capaci di colpire la massa tumorale e anche le micrometastasi potenzialmente invisibili dall’esterno. Un vantaggio di questa terapia è dato inoltre dal cosiddetto effetto “crossfire” – o fuoco incrociato – che permette di distruggere anche le cellule tumorali inizialmente non identificate come bersaglio. Al di fuori dell’ambito oncologico, invece, la medicina nucleare si è rivelata un’arma utile nella terapia dell’ipertiroidismo e contro alcune patologie reumatologiche, come le artropatie infiammatorie.

La Ref Italia è un'azienda fondata nel 2005 che si occupa della distribuzione di apparecchiature elettromedicali, prodotti medicali e dispositivi ad alta tecnologia medica.

bottom of page