La chirurgia plastica vaginale
Trend in crescita per diverse ragioni
La chirurgia plastica vaginale è sempre più richiesta dalle donne. Le motivazioni sono molteplici, spiega la dottoressa Stefania Enginoli, medico chirurgo specializzato in chirurgia non ablativa a Milano: «I normali processi biologici come il parto e le disfunzioni ormonali collegate all’invecchiamento possono causare cambiamenti fisiologici che incidono negativamente sulla vita di una donna, come la perdita involontaria di urina, la lassità dei tessuti, la secchezza vaginale, e dare vita a infezioni ricorrenti. Si ricorre a questo intervento per migliorare di fatto la qualità della propria vita».
La dottoressa Enginoli sottolinea poi come questo intervento venga sempre più spesso richiesto per migliorare la qualità della vita di coppia: «Possiamo parlare di chirurgia estetica affettiva – afferma la dottoressa – Le pazienti sempre più frequentemente si presentano da me per fare il colloquio e chiedermi informazioni su questo intervento assieme al partner, decise a coinvolgerlo in questo processo. E tornano dopo qualche mese per ringraziarmi e raccontarmi quanto l’intesa sia migliorata». La chirurgia estetica della vagina è un intervento che si sta diffondendo anche tra donne giovanissime: «L’età delle pazienti che sono disposte a mettersi sotto ai ferri per modellare la propria vagina va dai 40 ai 60 anni. L’intervento è relativamente semplice e viene eseguito a livello ambulatoriale. Il tessuto vaginale, come la pelle, è composto da fibre di collagene che gli conferiscono forza e flessibilità. Il trattamento sfrutta la tecnologia frazionata del laser CO2 per generare un profondo effetto termico che, contraendo le fibre elastiche, stimola il rinnovamento del collagene, normalizza il flusso sanguigno, aumenta la lubrificazione e le barriere immunitarie e rende le pareti vaginali più resistenti ed elastiche. Oltre a essere veloce, sicuro ed efficace, l’intervento è praticamente indolore. I risultati sono immediati e duraturi e non c’è nessun effetto collaterale». Nel 2015, secondo quanto rilevato dalla dottoressa, c’è stato un incremento del 30% delle richieste di vaginoplastica rispetto all’anno precedente. «Gennaio e febbraio sono i mesi in cui si concentra il maggior numero di interventi. Almeno la metà delle pazienti non nasconde di scegliere questo periodo per poter fare un regalo di San Valentino un po’ diverso e, si spera, altrettanto gradito, al proprio marito o fidanzato», conclude la dottoressa Enginoli. Nel Regno Unito è boom di labioplastiche, cioè di interventi chirurgici mirati alla riduzione delle piccole labbra vulvari. Dal 2001 al 2010 gli interventi eseguiti nelle strutture del servizio pubblico inglese sono addirittura quintuplicati. Ma Miles Berry, chirurgo estetico presso il Weymouth Street Hospital di Londra, interviene sull'argomento sfatando il mito per cui, chi si rivolge al chirurgo, sia una donna ossessionata dalla vanità o dall'immagine veicolata attraverso il business del porno. «Non è proprio così - spiega l'esperto - nella stragrande maggioranza delle richieste entrano in gioco soprattutto motivi funzionali: alcune donne hanno piccole labbra troppo lunghe e non riescono ad andare in bici. Per loro il sesso è doloroso e anche solo indossare jeans provoca irritazioni». D'accordo con il chirurgo inglese è Fulvio Tomaselli, presidente della Sime (Società italiana di medicina estetica): «Gli argomenti addotti da Miles Berry sono assolutamente validi - spiega Tomaselli - un eccesso di misura delle piccole labbra, infatti, è possibile che porti a problematiche di quel tipo. E questo accade in particolare in assenza dei peli pubici, che hanno una funzione protettiva e vanno in qualche modo conservati». «L'eccesso delle piccole labbra - prosegue il presidente Sime - oltre a essere esteticamente brutto, può dare come già detto problemi di vario tipo. Dunque senz'altro sì alla ricostruzione, purché ci sia un equilibrio. Mi spiego: la correzione globale della vulva per motivi estetici che va bene per una ragazza di 20 o una donna di 40 anni, non può essere la stessa per una di 70. L'estetica, anche quella vulvare, deve avere quindi una 'cronologia'. Altrimenti, sarebbe come fare un lifting del volto da 'ventenne' a chi ha il triplo delle primavere». In Italia, fa sapere ancora Tomaselli, «le richieste per questo tipo di intervento sono abbastanza, mentre per quanto riguarda l'età media delle pazienti – sottolinea - se si parla di patologia, si ha a che fare con donne di qualsiasi età; se si parla invece di fattore estetico, si tratta per lo più di donne giovani o relativamente giovani». Diversi i casi di ricostruzione per infibulazioni o traumi subiti, in cui c'è ovviamente un'attenzione ancora maggiore alla funzione vulvare. «Alcune malattie - spiega ancora - portano a una eccessiva secchezza dell'area vulvare, delle piccole labbra o della mucosa vaginale. In questi casi bisogna che una cura venga posta in essere, per esempio con iniezioni di acido ialuronico terapeutiche, oppure con il Prp (plasma ricco in piastrine), affinché la vulva sia funzionalmente valida sia per la sua attività procreativa sia per la sua funzionalità di avere un sesso normale». Infine, una raccomandazione: «L'intervento va eseguito da un chirurgo plastico o da un ginecologo mentre il cosiddetto 'ringiovanimento vulvare', che interessi solo le grandi labbra dando loro maggior turgore, può essere eseguito anche da un medico estetico che sia adeguatamente competente. Mai affidarsi al primo che arriva».