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Reflusso gastroesofageo: che cosa lo provoca e come si previene.

La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) è molto diffusa e ormai quasi un italiano su due ne soffre.

Ciò è probabilmente dovuto al grande cambiamento dello stile di vita e delle abitudini alimentari nella popolazione italiana. Un cambiamento che determina di fatto un incremento dei fattori di rischio per tale malattia e per le sue complicanze, quali l'esofagite da reflusso, l'esofago di Barrett e la neoplasia dell'esofago. I fattori di rischio o predisponenti sono numerosi: per esempio l'obesità o il sovrappeso, la vita sedentaria, il fumo, il consumo di alcoolici, gli alimenti grassi, le fritture, i salumi, la vita convulsa, lo stress e l'abuso di ansiolitici, ecc. Molto influisce anche il ritmo di vita e di lavoro che impone spesso pasti veloci e pre-confezionati (fast food), o consumati senza l'osservanza di orari regolari, nella fretta e senza il dovuto relax. Ma la reale incidenza della malattia è probabilmente dovuta anche al miglioramento dei metodi di diagnosi, all'utilizzo di strumentazioni più efficaci, ed infine anche alla maggiore domanda di salute da parte di cittadini provvisti di una più attenta cultura e consapevolezza sanitaria. In ogni caso la MRGE costituisce ormai una realtà talmente diffusa da potersi definire malattia sociale, come il diabete, come i tumori, perché ha ormai una rilevanza statistica di alta incidenza, una certa continuità di frequenza, una sicura incidenza economico-sociale con danno economico per la persona e per la collettività, per cui sarebbero necessari adeguati provvedimenti a questo riguardo, come progetti di prevenzione e di controllo sanitario di massa nella popolazione . Spesso insieme al reflusso coesiste un'ernia iatale che ne costituisce una causa o un'aggravante. Ma è bene ricordare che non sempre il reflusso gastroesofageo si accompagna ad un'ernia iatale, come non tutte le ernie iatali o diaframmatiche si accompagnano a reflusso e a MRGE. Inoltre non tutti i soggetti che presentano reflusso gastroesofageo presentano la relativa sintomatologia, e magari i sintomi compaiono quando sono comparse talune manifestazioni cliniche più rilevanti. Perciò è ancora più importante la prevenzione, l'attenta osservazione e controllo della situazione dell'apparato digerente "alto", e il corretto stile di vita. Occorre notare che la MRGE ha spesso manifestazioni anche al di fuori dell'apparato digerente, provocando a volte disturbi anche a carico della laringe, con laringiti o tracheolaringiti ricorrenti, oppure dei bronchi con asma o tosse stizzosa apparentemente inspiegabile e non dominabile con i comuni rimedi terapeutici. Molte volte infatti è lo specialista otorinolaringoiatra, o il pneumologo che sospettano o ipotizzano la diagnosi di MRGE.

L'importanza di una diagnosi precisa

In realtà la diagnosi va confermata e approfondita tramite una attenta e prolungata valutazione clinica multidisciplinare e a tale scopo a volte è necessario adoperare più precisi e sicuri mezzi di indagine come la pH-metria 24 ore e/o l'impedenziometria, che quantificano la frequenza e la quantità di reflusso dallo stomaco all'esofago, o la manometria esofagea, che misura la pressione intraesofagea e studia i movimenti dell'esofago, del cardias e dello sfintere esofageo inferiore. Naturalmente, spesso, è necessaria l'indagine endoscopica a fibre ottiche, l'esofagogastroduodenoscopia, non tanto per verificare la presenza del reflusso gastrico o biliare in esofago, quanto per ricercare la presenza o meno di ernia iatale, o di altra patologia, e per controllare lo stato della mucosa esofagea, specialmente della parte distale, vicino al cardias, dove a volte la mucosa si presenta iperemica e con un epitelio trasformato da squamoso in colonnare a causa del prolungato reflusso e l'irritazione sulle pareti esofagee non avvezze a sopportare un pH basso, cioè l'acidità del contenuto gastrico che si viene a trovare, a causa della MRGE, nel naturale "clima" più alcalino dell'esofago. Tale trasformazione porta all'esofagite di Barrett e potrebbe evolvere in alcuni casi verso il temuto adenocarcinoma dell'esofago, anche se tale evoluzione sembra adesso meno frequente di ciò che si temeva in passato. È molto importante quindi la diagnosi precisa e sicura di MRGE, non ci si deve fermare al sospetto o alla banalizzazione, magari assumendo "a domanda" degli antiacidi per tanto tempo, senza fare le dovute ricerche mediche e i dovuti consulti specialistici (gastroenterologo, chirurgo dell'apparato digerente, endoscopista).

Prevenzione e terpia della malattia da reflusso gastroesofageo

La terapia della MRGE, e la relativa strategia terapeutica, si avvale oggi di straordinari farmaci se usati nella giuste dosi e per il dovuto tempo (gli inibitori di pompa (o PPI) in primis, i vecchi H2 antagonisti ancora utili in certe situazioni particolari, a volte iprocinetici, ecc.), come si avvale della opportuna correzione dei fattori predisponenti e /o aggravanti e degli opportuni accorgimenti (dormire sollevati, evitare abbuffate e diete scorrette, ecc..). E si avvale infine, in casi complicati e selezionati, della terapia chirurgica, della chirurgia tradizionale, della chirurgia laparoscopica e della chirurgia endoscopica a seconda dei casi. Ma la terapia medica e la terapia chirurgica, entrambe complesse, meriterebbero considerazioni e spazio appositi.

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