Sanità, nasce l'albo dei direttori delle Asl: "Avranno più potere, ma chi sbaglia decade&qu
l consiglio dei ministri ha approvato il decreto Lorenzin che cambia i sistemi di selezione dei manager e prevede la possibilità di licenziamento in presenza di obiettivi non raggiunti. Renzi: "Puntiamo sul merito". Intanto i medici annunciano due giorni di sciopero nazionale per il 17 e il 18 marzo.
Cambia tutto nelle nomine dei direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere, poco più di 200 super dirigenti che gestiscono 111 miliardi di fondo sanitario. Il consiglio dei ministri ha approvato una norma proposta dal ministro alla Sanità Beatrice Lorenzin che introduce nuovi criteri di selezione, scelta e revoca. Oggi le regioni facevano tutto da sole, ognuna in modo diverso. Qualcuna ad esempio utilizzava graduatorie e commissioni per aiutare il governatore nella scelta e altre no. "Sleghiamo le nomine dalla politica", ha commentato Lorenzin. Ieri il premier Renzi ha aggiunto: "Sarà facile rimuovere un dirigente sanitario che non sta producendo risultati. Inoltre i direttori saranno selezionati per forza su avviso pubblico su un elenco nazionale. Il tema è merito, merito, merito e rimozione in caso di incapacità". Nel nuovo decreto inserito nel "pacchetto Madia" intanto si prevede una albo unico nazionale, istituito presso il ministero. Per iscriversi bisognerà avere i titoli e partecipare a specifici corsi di formazione. L'albo durerà due anni, poi una commissione, composta da funzionari del ministero e delle regioni, rifarà le liste. Gli aspiranti Dg non potranno superare i 65 anni, ma dovranno invece avere esperienza dirigenziale (almeno 5 anni se nel settore della sanità e 7 in altri settori). Non potranno invece essere inseriti nell'albo i dirigenti già stati dichiarati decaduti da un precedente incarico o per violazione degli obblighi di privacy. Quando una regione vorrà selezionare un direttore generale, formerà una specifica commissione che inviterà i candidati tra coloro che sono iscritti nella lista nazionale. Si faranno dei colloqui e al governatore sarà proposta una terna di papabili. Tra questi non potranno esserci dirigenti che hanno già fatto due mandati nella stessa azienda. I manager dovranno rispettare gli obiettivi economici, cioè tenere il bilancio in pareggio, e anche i lea, cioè assicurare i livelli essenziali di assistenza. Chi non ci riuscirà, o violerà la legge o gli obblighi di trasparenza decadrà dall'incarico dopo un procedimento che non potrà durare più di 30 giorni. Ci saranno verifiche sul raggiungimento degli obiettivi. L'incarico non potrà durare meno di 3 e più di 5 anni. Per quanto riguarda le altre figure apicali, il direttore generale, «nel rispetto dei principi di trasparenza», nomina il direttore amministrativo, il direttore sanitario e, nel caso sia previsto dalle leggi regionali, il direttore dei servizi socio sanitari, «attingendo obbligatoriamente agli elenchi regionali di idonei, anche di altre regioni, appositamente costituiti, previo avviso pubblico e selezione per titoli e colloquio, effettuati da una commissione nominata dalla regione». Anche questi rischieranno la revoca se non raggiungeranno gli obiettivi. Intanto oggi i medici hanno annunciato uno sciopero nazionale di due giorni per il 17 e il 18 marzo. Lo ha deciso l'intersindacale medica riunita oggi. Lo sciopero, ha spiegato il segretario dell'Anaao, Costantino Troise, sarà preceduto da una serie di manifestazioni, la prima delle quali si dovrebbe tenere a Napoli probabilmente il 20 febbraio. "Le questioni sul tappeto che abbiamo posto al governo a dicembre - attacca Troise - sono state inascoltate, anzi relegate nel silenzio più assoluto. Noi siamo sempre più convinti che c'è il rischio concreto di un tracollo della sanità pubblica, e insieme del ruolo e del valore del nostro lavoro. Pensiamo siano cose che interessino i cittadini, non solo la nostra categoria. Il diritto alla salute, ad avere servizi omogenei in tutte le regioni, sono fortemente a rischio con questa visione solo ragioneristica della sanità pubblica, a vantaggio di quella privata".
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