Esami radiologici. Appropriatezza e applicazione del principio di giustificazione. Ecco la risoluzio
Il documento tocca il tema dell’appropriatezza e l’applicazione del principio di giustificazione sulla quale intende sensibilizzare i medici italiani, e i medici di famiglia in particolare, a tenere nella giusta considerazione il rapporto tra rischi e benefici ogni volta che si prescrive una procedura diagnostica o interventistica che comporti il rischio da radiazioni ionizzant. IL DOCUMENTO
“Solo il 56% degli esami eseguiti radiologici eseguiti in Italia risulta pienamente appropriato e siamo tra i Paesi più forniti di impianti TC e RM: soltanto la Regione Puglia ha lo stesso numero di impianti di tutta l’Inghilterra. Sono dati forniti nel 2015 al XIV congresso del Sindacato Nazionale dei Radiologi e mostrano come esistono larghissimi margini di intervento per evitare la prescrizione di esami inutili o superflui. In questo caso però il problema non è legato soltanto a spesa inutile, ma ai rischi da radiazioni, individuali e collettivi, che un eccesso di esami radiologici può portare ai pazienti”. É quanto ricorda il Coordinamento delle Società Scientifiche Italiane aderenti al WONCA (l’organizzazione mondiale dei medici di famiglia nata nel 1972 e che conta circa 500 mila medici iscritti di 118 paesi) ha chiesto alle società scientifiche della radiologia, al Ministero della Salute e a Cittadinanzattiva di collaborare in vista dell’applicazione della direttiva EURATOM del 2013, che dovrà essere applicata nel nostro Paese entro la fine di quest’anno.
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