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Obbligo del defibrillatore nello sport Verso una proroga di altri sei mesi


Il provvedimento del 2013obbligava le società professionistiche a dotarsi di salvavita entro 6 mesi, 30 mesi per le dilettantistiche. Il termine era fissato al 20 gennaio 2016

Si sta verificando quello che in molti temevano: si profila ormai una proroga di altri sei mesi all’obbligo per le società sportive dilettantistiche di dotarsi dei defibrillatori semiautomatici, previsto dal decreto Balduzzi. Daniela Sbrollini, deputata del Pd e vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera, ha annunciato di avere presentato un emendamento al decreto Milleproroghe per spostare l’obbligo di dotazione al 1 luglio 2016. In realtà, fonti ministeriali hanno anticipato al Corriere che il provvedimento sarebbe già stato firmato e mancherebbero solo i passaggi burocratici di rito. «La salute e la sicurezza sono obiettivi prioritari nei confronti di chi pratica attività sportiva. Alle attuali condizioni dettate dal decreto Balduzzi, però, si creerebbero migliaia di contenziosi che danneggerebbero la continuità dell’attività sportiva delle realtà dilettantistiche. La normativa attuale prevede alcune lacune non ancora risolte». Così l’onorevole Sbrollini, ha giustificato la richiesta della proroga. L’intenzione è di «consentire al governo di risolvere le controversie e implementare quanto già previsto dalla legge».

Troppe differenze tra Regione e Regione

Il decreto Balduzzi obbligava le società sportive professionistiche a dotarsi di defibrillatori entro sei mesi dalla sua entrata in vigore (nel luglio 2013), mentre alle circa 110 mila società dilettantistiche potenzialmente interessate dal provvedimento aveva concesso 30 mesi. Il termine ultimo sarebbe dunque scaduto il 20 gennaio 2016. Tra una Regione e l’altra tuttavia si sono verificate disparità. Basti pensare che la Toscana aveva anticipato a gennaio 2015 il termine per l’acquisto dei defibrillatori, ma è stata costretta dalle difficoltà delle società a posticiparlo a ottobre 2016. Alcune Regioni, poi, hanno adottato il criterio di un defibrillatore per ogni società sportiva, altre invece prevedono una dotazione solo per gli impianti sportivi e obbligano le società che li utilizzano a garantire la presenza di operatori formati.

Il «nodo» delle responsabilità

Uno dei nodi principali da risolvere è proprio questo, come spiega Tiziano Pesce, responsabile nazionale del tesseramento Uisp (Unione italiana sport per tutti, la più rappresentativa in Itali con 1 milione e 400 mila associati): «Una proroga in questo momento potrebbe essere opportuna se davvero servisse a fare esprimere in tempi rapidi il ministero su tutti i punti ancora lacunosi per il nostro mondo sportivo dilettantistico e che non sia l’ennesima proroga per spostare una scadenza, un problema», premette. E aggiunge: «C’è una certa confusione su chi abbia l’obbligo di acquistare e gestire gli apparecchi salva-vita . La normativa non definisce in modo specifico che debba essere il proprietario dell’impianto a farlo». Su questo punto l’onorevole Sbrollini dice : «Pensiamo debbano essere i proprietari o i gestori delle strutture ad acquistare, installare e monitorare i defibrillatori all’interno delle aree sportive e non le varie società che utilizzano gli stessi spazi, in modo da garantire 24h su 24 la presenza di un defibrillatore nella struttura anche in momenti diversi dalle competizioni e dagli allenamenti».

Le altre questioni in sospeso

Le società di base continuano ad essere disorientate anche su altre questioni: «Il cittadino sportivo, amatore, dilettante la cui salute non ha un valore inferiore a quello dell’atleta agonista non ha ancora capito cosa fare nel caso di attività in ambiente, in movimento , quelle che si stanno sviluppando molto negli ultimi anni». Altro tema molto delicato, riguarda le attività cosiddette a basso impatto cardiocircolatorio . Il decreto Balduzzi esclude dall’obbligo di dotarsi di defibrillatore le associazioni sportive che organizzino quel tipo di attività. «Ma il decreto parla di attività a basso impatto cardiocircolatorio “e sport assimilabili”, che vuole dire tutto e niente — aggiunge Pesce — . Anche su questo c’è confusione nella base associativa». Per non parlare della formazione di chi poi deve usare il defibrillatore. «Siamo favorevoli ad una proroga del decreto Balduzzi che, come ogni legge, contiene qualche elemento di criticità — argomenta Guido Francesco Villa, responsabile del progetto Defibrillazione Precoce di Areu 118 Lombardia — . Bisogna anche dire però che in Italia si svegliano tutti all’ultimo momento. Adesso riceviamo circa 100 progetti al giorno da parte di associazioni sportive sui defibrillatori e sull’addestramento di chi deve usarli». Il decreto Balduzzi infatti obbliga le associazioni a presentare un progetto complessivo.

Il disagio di esperti e associazioni

Intanto, si registrano altre prese di posizione tra gli esperti e le associazioni. «Siamo dispiaciuti del fatto che debba esserci una proroga — dice Andrea Scapigliati, anestesista rianimatore vicepresidente di Italian Resuscitation Council (Gruppo Italiano per la Rianimazione, Irc), l’associazione nata nel 1994 con l’obiettivo di diffondere la cultura e promuovere l’organizzazione della rianimazione cardiopolmonare in Italia —. La legge aveva già concesso 30 mesi e ci sembravano già abbondanti per mettersi in regola. Ci sembra sorprendente che si pensi di risolvere tutto con una proroga di sei mesi». Aggiunge Vincenzo Castelli , medico e presidente dela Fondazione Giorgio Castelli onlus che ha perso il figlio Giorgio per un arresto cardiaco mentre si allenava con la sua squadra: «È l’Italia delle proroghe, dei rinvii, delle Leggi inapplicate. Sappiano tutti che a fronte di questa proroga ci saranno decine e decine di persone che nel corso dei prossimi mesi saranno colte da arresto cardiaco mentre praticano attività sportiva e che moriranno perche’ non sara’ possibile fornire loro l’assistenza necessaria. L’auspicio, melanconico, è che questi mesi di proroga risolvano i problemi ancora sul tappeto e rendano finalmente fruibile la legge, in caso contrario il sacrificio di tante vite risulterà vano e saranno in molti ad averle sulla coscienza».

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